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SOLO UNA COSA






Stamattina, primo aprile, davano pioggia ed io fresco di una stupenda lettura dal titolo "Piove!", scritta da SuperElena Cifali, sono uscito, sperando con tutto il cuore che piovesse per provare le sue stesse emozioni… invece, a parte qualche piccola gocciolina, nel pomeriggio è uscito anche il sole!
Mentre camminavo ho incontrato un tizio che andava nel senso contrario al mio, ci siamo osservati e salutati.
Dopo circa un'ora è tornato indietro e mi ha raggiunto, superato e poi si è fermato, mi ha aspettato e sorridendo mi ha chiesto da dove venissi e dove andassi. Alla mia risposta: - vengo da Cogorno, vado a Gattorna e poi torno a Cogorno - mi ha guardato sbalordito e mi ha detto: - ma tu non sei grasso… perché lo fai? - 
Gli ho risposto che io faccio sempre "SOLO UNA COSA", cammino, cammino sempre.
Sapete cosa mi ha risposto?

Bel concetto "SOLO UNA COSA", vuol dire determinazione, concentrazione, obiettivo, semplicità, umiltà, concretezza.


E stato a parlare del "SOLO UNA COSA" abbinando la frase all'essere determinati nel voler raggiungere un obiettivo, che bisogna essere concentrati in quello che si fa, farlo in maniera semplice, essere concreti e umili.


Ha aggiunto che lui lo fa per dimagrire e per motivare questa sua "SOLO UNA COSA", se prima mangiava un etto e mezzo di pasta, ora che cammina tutti i giorni, ne mangia due etti e mezzo e con il pane, tanto consuma tutto! E' come avere una macchina, riempire il serbatoio e lucidarla, osservarla e farla vedere a tutti, la macchina va usata e più la usi più va meglio, ecco che la benzina messa serve a qualcosa!


Ci siamo salutati e lui ha ripreso il suo cammino sparendo all'orizzonte, io andavo a 6,3… lui sarà andato a sette o otto addirittura!


Tornando alla pioggia che poi non è venuta, riporto qui sotto il pensiero di SuperElena, molto ma molto bello.


Piacerà anche a voi!









Piove!

Altro che se piove, da cinquantacinque minuti giro in ovale dentro questa pista. Sola. Sola, nessuno a farmi compagnia, troppa pioggia, troppo vento, troppo freddo per tanti, forse troppi che si sono lasciati scoraggiare.
Ma io no, stamani dovevo proprio andare, ne avevo davvero bisogno, dovevo mettere in ordine alcune idee e cerare di trovare le risposte giuste ad alcune domande.
Le gambe girano veloci, il fisico c’è e mi accompagna. Nelle orecchie la solita musica, quella che, fedelissima, mi tiene compagnia quando corro da sola. Quasi non la sento più, non l’ascolto, ho altro a cui pensare.

Piove!

Piove più forte adesso, molto di più di quando ho iniziato a correre...
Penso e ripenso, non mi faccio scoraggiare dal maltempo.
Inizia il viaggio, quel viaggio che ogni giorno turba e sfinisce il mio corpo ma che è cibo per la mente. Qualcuno azzarderebbe l’ipotesi che la corsa sia una droga, che solo i folli possono correre in un giorno d’inverno in montagna, mentre diluvia e fa freddo.

“Che pensino ciò che vogliono”, mi dico ad alta voce mentre guardo alcune automobili che rallentano la loro corsa per osservarmi.
Guardo i cani che giocano a rincorrersi, liberi, felici...
Si accucciano e poi, repentinamente, si lanciano in corse disperate, velocissimi, mi vengono incontro, scodinzolano: oggi, io sarò la loro unica compagna di corsa.
Aumento il ritmo, voglio finire in progressione, ricomincio ad ascoltare la musica che però non hai mai smesso di suonare.
Voglio domare la bestia che c’è in me e posso farlo solo sfinendola.
Torno con la mente alla 24 ore del Sole– corsa interamente sotto la pioggia battente - ricordo i volti, le parole, i suoni, il buio.
Torno e ritorno sugli stessi passi mentre le scarpe annegano dentro le pozzanghere di questa pista ormai deformata dal tempo, dall’incuria e dalle intemperie.

Piove!

Il cielo si diverte con me, mi scaraventa addosso con raffiche violente decine e decine di litri d’acqua, il vento mi schiaffeggia, ma, come dita di una mano amorevole, le gocce di pioggia mi accarezzano il volto, scendono lentamente dagli occhi e trovano finalmente dimora tra le mie labbra.
Bevo quest’acqua dolce che mi disseta.

Piove!

Questa pioggia oggi è un dono, mi è servita a ricordarmi di non dimenticare. Poteva essere un giorno di pioggia qualunque questo primo febbraio duemilaquattordici, un uggioso giorno di pioggia.
La risposta alle mie domande non l’ho trovata, ovviamente, ma che donna sarei, che atleta sarei se non riuscissi a trasformare un giorno di pioggia in una risorsa per i miei allenamenti? Mi servirà - ne sono sicura - questo allenamento in compagnia di me stessa, delle mie scarpe inzuppate, della mia testa piena di sogni e speranze, del mio cuore gonfio di aspettative.
Io credo che solo allenando duramente il corpo attraverso la sopportazione di condizioni talvolta estreme potrò vivere felicemente e facilmente la vita di tutti i giorni. Perché se anche è vero che la vita non è solo corsa, è attraverso la corsa che si può sopportare una vita spesso ingiusta e inclemente.
La corsa intesa come filosofia di vita può essere preghiera, stimolo, partenza e mai arrivo. 12 chilometri in un’ora e un minuto. Fermo il tempo. Torno a casa.
Ecco la mia corsa.

Piove!
Che bello, piove!


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