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ALPI MARITTIME

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Traccia di Hubert Streitenberger un amico tedesco che era sempre "tra i piedi"

Dislivelli del GPS di Filippo Serafini


Guya Trekking 2009 da Pietraporzio a Casterino

Dati Tecnici
Sviluppo: 109 km circa
Dislivello + : 8600 m circa
Dislivello - : 8300 m circa
Quota max: 2904 m slm
Quota min: 1210 m slm
Difficoltà: EE (allenati)
Tempo perc.: 5 gg ca.

Accesso: Partenza dalla borgata di Pietraporzio (CN). Da Cuneo seguire le indicazioni per il colle della Maddalena fino all’abitato di Pietraporzio.

Descrizione: Quando ho saputo che l’amico Manfredi Salemme avrebbe compiuto la traversata integrale delle Alpi da Trieste a Ferrania (SV) seguendo il percorso Rosso della Via Alpina, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di accompagnarlo sul tratto per me di casa: quello delle Alpi Marittime.
E’ nato così questo percorso a cavallo fra Italia e Francia che in 5 giorni permette di vedere alcuni fra gli angoli più suggestivi del Parco del Mercantour e del Parco delle Alpi Marittime.


1° Giorno: Pietraporzio - Rifugio Migliorero

Sviluppo:12,4 km ca., dislivello +: 1670 m ca., dislivello -: 780 m circa, quota max: 2560 m slm, quota min: 1210 m slm, tempo perc.: 5:30 h ca.

Partendo dalla borgata di Pietraporzio si risale il Vallone del Piz seguendo le indicazioni per il Rif. Zanotti, arrivati nella parte alta del Vallone si svolta a sinistra su tracce di sentiero e lasciandosi il Rif. Zanotti sulla destra si continua a salire fino a raggiungere il Passo di Rostagno. Da qui inizia la discesa che in breve conduce fino al Rif. Migliorero.

2° Giorno: Rifugio Migliorero. - Sant’Anna di Vinadio

Sviluppo:18,2 km ca., dislivello +: 1530 m ca., dislivello -: 1590 m circa, quota max: 2470 m slm, quota min: 1640 m slm, tempo perc.: 8:00 h ca.

Si lascia il Rif. Migliorero salendo su ripida pietraia in direzione del Passo di Laroussa. Raggiunto il passo inizia una lunga discesa che porta alla borgata di San Bernolfo cui vale la pena soffermarsi per una breve visita. Si attraversa il ponte sul fiume portandosi sulla sponda opposta e si percorre per qualche centinaio di metri la larga sterrata che porta verso valle. Ad un certo punto si svolta a destra su una ripida sterrata in salita e si entra nel Vallone della Sauma, Il fondo della strada si fa via via più sconnesso fino a diventare un sentiero di difficile individuazione per la fitta vegetazione. Salendo il Vallone si apre leggermente in una radura cosparsa di larici. Occorre spostarsi sul versante sinistro (destra orografica) e cercare l’imbocco del più evidente sentiero che porta al Passo della Sommetta (2200m). Qui, proprio di fronte a noi si vede la ripida pietraia verso cui bisogna dirigersi per poter arrivare dopo una ripida ascesa al Colle del Saboulè (2394m). Si entra ora in territorio francese su uno stupendo sentiero-balcone che domina i laghi del Lausfer. Rientrati in Italia attraverso il colle omonimo si scende al Santuario di Sant’Anna su comoda sterrata.
Possibilità di pernottamento al posto tappa GTA.

3° Giorno: Sant’Anna di Vinadio - Rifugio Questa

Sviluppo:23,5 km ca., dislivello +: 1925 m ca., dislivello -: 1575 m circa, quota max: 2600 m slm, quota min: 1834 m slm, tempo perc.: 10:00 h ca.
Si ripercorre fino al lago del colle di Sant’Anna il tragitto del giorno precedente. Qui si svolta a sinistra e si imbocca il sentiero della Via Alpina che sale su pietraia fino a raggiungere il crinale di confine italo-francese. Si percorre il panoramico crinale per circa 4 km fino a raggiungere il Colle della Lombarda (2350m). Seguendo la strada asfaltata si scende per circa 1,5 km sul versante italiano e poi si svolta a destra imboccando il sentiero in salita che permette di raggiungere il Passo d’Orgials (2600m). Arrivati in cima al passo si osserva uno splendido panorama sul vallone di Sant’Anna ma soprattutto, voltandosi di 180 gradi si riesce a scorgere il lungo sentiero che sale al colle di Valscura (2520m) partendo dal Rifugio Malinvern (1834m) posto sul fondovalle del Vallone di Riofreddo. Scendendo verso il Malinvern si oltrepassano i Laghi d’Orgials e si attraversa una suggestiva foresta di larici secolari. Arrivati a valle ed oltrepassato il torrente di Riofreddo, occorre fare attenzione ad imboccare il sentiero che sale verso sinistra per poter raggiungere in circa 2 ore di ascesa il colle di Valscura. L’ascesa al colle è sempre dominata dall’incombente profilo della montagna Maledecia dal caratteristico colore porpora e dalle verticali pareti terreno di arrampicata per forti alpinisti. Raggiunto il colle di Valscura si lascia la valle Stura per addentrarsi nella Spettacolare valle Gesso e quindi nel Parco Naturale delle Alpi Marittime. Si scende fino al lago superiore di Valscura e si seguono il sentiero balcone sulla valle Gesso che con un’incredibile panorama sui 3000 più vicini al mare conduce in breva al Rifugio Questa (2386m).

4° Giorno: Rifugio Questa - Madone de Fenètre

Sviluppo:33,1 km ca., dislivello +: 1770 m ca., dislivello -: 2220 m circa, quota max: 2620 m slm, quota min: 1540 m slm, tempo perc.: 13:00 h ca.
Il primo tratto di percorso si snoda sulle suggestive strade lastricate fatte costruire due secoli fa dal Re d’Italia nella sua riserva di caccia, appunto la valle Gesso. Su questi comodi camminamenti si raggiunge in breve il colletto del Valasco (2430m) per scendere verso i laghi di Fremamorta e continuare in direzione del colle omonimo su uno splendido sentiero in faccia al gruppo dell’Argentera, la cima più alta delle Alpi Marittime. Raggiunto il Colle di Fremamorta (2615m splendido panorama che spazia fino al mare!) si svalica i Francia nel Parco del Mercantour in un bellissimo ambiente ricco di laghi e foreste di larice. il sentiero perde quota per innestarsi su una strada sterrata presso il col de Salèse (2031m). Dal Colle in circa quattro km si raggiuge l’ingresso del parco e quindi la strada asfaltata. Ancora un tratto d’asfalto che sovrasta il Lac du Boréon e si imbocca un sentiero sulla destra contrassegnato dalla sigla “GR52”. Il sentiero ombroso sale ripido fino a raggiungere i 1650m di quota per continuare in piano su ottimo fondo terroso per circa 1,5 km ed iniziare a risalire il torrente in sponda destra (orografica).
Si lascia sulla sinistra il sentiero che porta ad un rifugio e si prosegue superando un lago per raggiungere il Col de Ladres (2448m) dal quale in circa un’ora di cammino si scende al Santuario della Madone de Fenètre (1905m).

5° Giorno: Madone de Fenètre - Casterino

Sviluppo:20,7 km ca., dislivello +: 1610 m ca., dislivello -: 1950 m circa, quota max: 2904 m slm, quota min: 1560 m slm, tempo perc.: 10:00 h ca.
Partendo dal santuario si scende fino al ponte e si attraversa il torrente. Si inizia a salire su sentiero, prima fra prati e poi su pietraia, dove occore fare attenzione alle tacche bianco-rosse e agli ometti di pietra. Dopo aver guadagnato circa 660m di quota si raggiunge il Col du Mont Colomb (2548m), uno stretto passaggio che permette di svalicare a levante. La discesa è ripida e nella prima parte occorre prestare attenzione. Si scende sotto quota 2200m e arrivati sul fondo della vallata si svolta a sinistra e si costeggia il lago artificiale fino al Refuge de Nice (2232m).
Da qui la risalita verso il Col de Fouls (2828m) procede su sentiero segnato con tacche bianche ed ometti in pietra. Il primo tratto di salita è molto ripido ma permette di guadagnare quota velocemente. Raggiunta quota 2600 inizia un vallone sospeso spesso ricoperto di neve anche in estate inoltrata.
Una volta raggiunto il colle vale la pena salire sull’anticima del Monte Clapier (3051m) a quota 2904m dalla quale si gode uno splendido panorama che spazia dalle marittime, alle liguri, al mare!
Si riprende la lunghissima discesa che attraversando una bellissima serie di laghi conduce al rifugio di Valmasque e quindi al fondovalle fino a Casterino.
Per rientrare in Italia occorre scendere in val Roya a Saint Dalmas de Tende e prendere il trenino che in circa mezz’ora porta a Limone Piemonte e quindi Cuneo da dove con gli autobus della linea ATIBUS è possibile fare ritorno al punto di partenza di Pietraporzio.

Filippo Serafini

(da www.cinghialtraks.it )

ALTA VIA DELLE ALPI APUANE


L'Alta Via delle Alpi Apuane percorre il gruppo da NO a SE. La lunga traversata si svolge in otto tappe, sei delle quali in quota, che comportano ciascuna non piu' di 5-6 ore di cammino, per consentire varianti di maggior impegno o salite di vette. Il percorso si avvale della sentieristica esistente e transita per sette dei principali rifugi apuani, presso i quali e' prevista la sosta e il pernottamento. Il primo di questi e' il Rifugio Carrara di Campocecina, da dove l'itinerario dell'Alta Via prendera' ad inoltrarsi nel cuore delle Apuane, percorrendo le antiche vie dei cavatori, dei pastori e del trasporto del sale e del ghiaccioi .
Il percorso tipo dell'itinerario attraversa i luoghi paesisticamente piu' celebri delle Apuane.
Descritto in brevissima sintesi e' il seguente:


Tappa 1 da Castelpoggio (m.536) al rif. Carrara di Campocecina (1318)
attraverso il passo della Gabellaccia (892)
Tempo: ore 3 - Dislivello: 780m. Sentieri: 185

Tappa 2 dal Rif. Carrara al Rif. Orto di Donna (m.1503)
attraverso la foce di Pianza (1279), il Catino, le foci di Vinca, Navola e Rasori, la Capanna Garnerone (1260), la foce di Giovo (1496)
Si possono salire le vette dei monti Sagro (m.1748) [+1h.] e il Pizzo d'Uccello (m.1781) [+1h.]
Tempo: ore 6 - Dislivello: 700m. - Lunghezza: Km.12 - Sentieri: 173; 179

Tappa 3 dal rif. Orto di Donna al rif. Conti (1442) ai Campaniletti
attraverso la foce di Cardeto (1641); il passo della Focolaccia (1650), la vetta e il passo (1634) del monte Tambura (m.1894)
Si possono salire le vette dei monti Pisanino (m.1748) [+4h., per esperti] e Cavallo (m.1888) [+3h., alpinistica]
Tempo: ore 4-5 - Dislivello: 500m. - Lunghezza: Km.6 - Sentieri: 179; 178; 35

Tappa 4 dal rif. Conti al rif. Puliti (1005), nell'alta valle di Arni, attraverso:
1) Passo Tambura, vallone di Arnetola (1100), Ripanaia, Passo Sella (1495), cresta del Vestito, le Gobbie
2) Focetta dell'Acqua Fredda (1600), Via ferrata "F.Vecchiacci", monte Sella (1735), Passo Sella, cresta del Vestito, le Gobbie
Dall'itinerario 1) possibilita' di scendere al paese di Arni (m.923); dalle Gobbie (1030) strada per Massa
Dal Passo Sella, possibilita' di percorrere l'anello del Monte Fiocca [sent. 144, +2h]
Tempo: ore 6 o 7 - Dislivello: 700m. Sentieri: 1) 35, 31; 150, 33 - 2) 165, Ferrata Vecchiacci; 150, 33

Tappa 5 dal rif. Puliti al rif. Del Freo (1195), alla Foce di Mosceta
attraverso le Gobbie, il versante N dell'Altissimo, cave Fondone (1200), il crinale del Cipollaio, i passi Fordazzani, Croce (1149), Fociomboli (1293), il retro Corchia (versante N)
Si possono effettuare le traversate per cresta dei monti:
Altissimo (m.1588), attraverso il Passo degli Uncini (1365) a O e il Passo del Vaso Tondo (1380) a E. Sentieri 143 e 142 [+2h.]
Corchia (m.1677), per le creste O e SE. Per Esperti. Sentiero non segnalato [+1h.]
Tempo: ore 5 - Lunghezza: Km.12 o 15 - Sentieri: 33; 31; 129

Tappa 6 dal rif. Del Freo al rif. Rossi (1590) alla Pania Secca
attraverso il Callare della Pania della Croce (1743), il monte Pania (1858) e il Canale dell'Inferno
Si puo' salire la vette del monte Pania Secca (m.1709) [+1,30h.]
Tempo: ore 3 - Sentiero: 126

Tappa 7 dal rif. Rossi al rif. Forte dei Marmi (865) all'Alpe della Grotta
attraverso la Focetta del Puntone (1606) il passo degli Uomini della Neve, la foce di Valli, la Costa Pulita, il Passo dell'Arco, le foci di Petrosciana (960) e della Porchetta (980)
Si possono salire le vette dei monti Forato (m.1229), Croce (1314) e Nona (1297) e il Procinto (m.1172) per la antica via ferrata.
Tempo: ore 5 - Sentieri: 126; 7; 109, 8, 6, 121, 5

Tappa 8 dal rif. Forte dei Marmi al paese di Casoli (390), Candalla, Badia di camaiore - Camaiore, attraverso:
1) foce di Grattaculo, foce di S.Rocchino (802), loc. Trecolli, Casoli (ore 2) 2) Sentiero Bruni, Callare di Matanna (1132), la foce del Termine (978) e il Campo all'Orzo (939)
Dall'itinerario 2) si possono salire le vette dei monti Nona (1297) (m.1172), Matanna (m.1318), Prana (m.1220)
Tempo: ore 2 o 5 - Sentieri: 1) 121 e 106 - 2) 5, 3, 101, 112


clikka qui sopra



UN'ALTRA ESPERIENZA

Alta Via delle Alpi Apuane: missione compiuta
9/10/2008


E' passato parecchio tempo da quando ho concluso il trekking, ma per fare il resoconto ho aspettato di poter rendere disponibili le foto, su un sito.
Ho scelto il sito di Quotazero, perchè su di esso ho trovato diversi consigli da parte di chi, le Apuane, le conosce davvero per averle frequentate per tanto tempo, e "da sempre".
Spero vogliate perdonarmi per questa scelta.
Ho caricato 188 foto su tre cartelle, Alta Via - 1^....... ecc.



Alcune considerazioni:
- per evitare il caldo e l'innevamento, abbiamo fatto il trekking dal 2 al 9 giugno. Questo non ha impedito di trovare qualche nevaio nelle pareti nord delle cime.
- alcuni rifugi in quel periodo sono chiusi (aprono solo nei fine settimana), ma hanno bivacchi invernali abbastanza capienti. E' questo il caso del Rifugio Conti.
- esistono dei bivacchi sempre aperti, come il K2 (6 posti letto + 2) e rifugi per i quali chiedere le chiavi (Rifugio Puliti ad Arni).
- è possibile mangiare nei rifugi gestiti, sia pranzo che cena, ma conviene prenotare.
- siamo stati autonomi per diversi pasti. In 6 ci siamo divisi:
3 fornellini e 3 gavette
1 forma di pecorino sardo di 1,5 kg (comprata da un pastore)
1,5 kg di lardo di colonnata (autentico!)
una quindicina di buste di minestrone liofilizzato ("potenziato" con le cotenne del lardo)
frutta secca, cioccolato, bustine di te, barrette energetiche, pane, cotognate, fil'e ferru e mirto (tutto artigianale), integratore salino.
- ci siamo portati un sacco a pelo leggero, che avremmo potuto lasciare a casa perchè nei bivacchi c'erano coperte per tutti.
- io avevo anche un sacco lenzuolo in seta (da 100 g).
- il gilè in piumino, anche se leggero, non l'ho mai usato
- ho usato pochissimo anche i pantaloni lunghi
- usatissimo il softshell (resistenza 7000 mm d'acqua) per la pioggia incontrata nella 1^, 3^, 4^(terribile) e 7^ tappa.
- usatissimo anche il pile (soprattutto di sera) e una camicia di flanella (nelle soste)
- pochi passaggi impegnativi: la nord del sagro
la cresta della Tambura
il Passo degli Uomini della Neve

Alcune considerazioni le ho inserite nella descrizione delle foto.

Posso dire che è stata una avventura emozionante, coinvolgente, nostalgica (io sono di origine carrarina). Molto più bello del tratto sud del GR20, che ho fatto nel '92.
Lo consiglio a chiunque ami il trekking, anche se manca l'avventura della tenda e molti rifugi assomigliano a degli alberghi.
Insomma, se potessi ripartirei immediatamente.

ALTA VIA DEI MONTI LIGURI - INTERROTTA





















4 – 9 Maggio 2010

Partecipanti:

giorni 1 – 4:
Franco Castellini (Vigevano)
Agostino Domenichelli, Morena Biagioni e Laura Stevenson (Garfagnana);

giorno 5 : Manfredi Salemme (Liguria)

giorni 6 – 19: abbandonati !!


Primo giorno 4 maggio

Si parte da Castelnuovo Garfagnana in treno, io Morena e Agostino, incontriamo Franco a La Spezia, lui in pantaloni corti come in Nepal l’anno scorso, scarpone leggero come ha raccomandato la guida per quest’Alta Via.
Morena anche con scarpone leggero, sta piovendo, Franco compra un ombrello più grande alla stazione, sappiamo che le previsioni non sono buone per i prossimi 3 o 4 giorni, ma dai! Non e’ possible che pioverà ogni minuto… ci saranno schiarite sicuramente durante lo weekend le cose miglioreranno, no?

I nostri zaini sono pesanti: tende, sacchi pelo, materassini, stufa , un chilo di pasta, pacchetti di zuppa, frutta secca, tante barrette, acqua…..perché sappiamo che faremo almeno sei notti in tenda, la prima forse stasera, se il tempo ce lo permetterà.

Andiamo in corriera fino a Ceparana, dove inizia l’Alta Via. Sistemiamo gli zaini e prendiamo un spuntino al bar, e via! Si parte. Piove., sbagliamo strada dopo qualche minuto ( segnaletica non molto chiara), Morena e Franco già hanno piedi bagnati.

Camminiamo per 5 ore salendo 750m e scendendo 75m, sempre con tanta nebbia, con qualche apertura verso valle. Arriviamo a Passo Alpicella (710m) e cerchiamo posto per montare le tende, piove, un camioncino si ferma, ci offrono pernottamento in una mansarda di un agriturismo qualche km dopo (che non è ancora aperto), accettiamo senza pensarci nemmeno un nanosecondo.
Ci invitano a scaldarci ed asciugarci davanti alla stufa, e chiedono se vogliamo cenare, accettiamo con entusiasmo soltanto un piatto di pasta ma dopo gli antipasti di salumi di casa, primo, secondo, formaggio, dolce, vino, caffè, grappa…. ci addormentiamo molto bene .

Secondo giorno 5 Maggio

Dopo una bella colazione il nostro ospite ci riporta in camioncino sull’Alta Via, c’è nebbia, ma anche qualche schiarita, e siamo ottimisti, ma niente di più sbagliato! Salendo gradualmente passiamo sotto il Monte Cornoviglio a arriviamo al Valico dei Casoni (992m), si vede qualcosa ogni tanto, ma c’e’ nebbia e pioggia. 250m di salita e 200m discesa ci portano alla Foce del Termine, Monte Fiorito e Passo del Rastello (1044m) dove troviamo un misero riparo dal vento e dalla pioggia per mangiare un buon minestrone. Si continua un saliscendi per 2 ore circa e arriviamo al Passo Calzavitello (896m). L’albergo Belvedere un chilometro più a valle e’ chiuso, ma apre per noi, che gioia, le scarpe bagnate sono messe nel forno a legna ancora tiepido dallo weekend precedente. Mangiamo e dormiamo bene.

Terzo giorno 6 Maggio

Pioggia e nebbia, il nostro ospite ci da passaggio fino a Casa Biagi che e’ una variante del' Alta Via per arrivare a Foce dei Tre Confine(1408m). Con un tempo tale non valeva la pena di andare via il Focetto. Una salita di 650m, con vento, grandine, freddo, sentieri come fiumi (no, non come fiumi – erano fiumi!), gli ombrelli distrutti. Scendiamo gradualmente e arriviamo disperati per ripararci al Passo della Cappelletta.(1085m) Soltanto le basi delle pale eoliche dietro la Cappella sono visibili nella nebbia, ma si sente il loro rumore cigolante. Mangiamo una barretta ma siamo troppo infreddoliti e bagnati per fermarci più di qualche minuto. Telefoniamo al Ranch Camillo al Passo Cento Croci (che sappiamo essere aperto) e scopriamo che nessuno arriverà li prima delle sei. Ora sono le due circa e abbiamo ancora un'ora di cammino. Ci viene detto di aspettare in un garage di fronte il rifugio dove possiamo attendere all'asciutto l’arrivo del gestore. Seguendo l’asfalto per qualche chilometro, dopo un'ulteriore bosco, finalmente arriviamo al Passo Cento Croci (1055m), troviamo il garage abbandonato e facciamo un piccolo fuoco sul pavimento con pezzi di legno e fieno ci scaldiamo con un the. Quando arrivano i gestori siamo ben affumicati. Il Ranch Camillo e molto accogliente e si mangia e dorme bene asciugando tutta la nostra roba sui termosifoni.

Quarto giorno 7 Maggio

Si parte, per i primi 5 minuti non piove. Saliamo di 380m e scendiamo di 530m per arrivare a Colla Craiolo (907m). Nebbia, pioggia, e qualche schiarita, poco vento. c’e un bel riparo con una specie di caminetto, Franco riesce fare un bel fuoco, mentre l’acqua si scalda per il brodo fatto con i dadi. Queste cose sono tutto il nostro piacere nell’assenza del sole, panorami, piedi asciutti, mani calde. Manfredi , che stiamo per incontrare al Passo del Bocco, ci ha mandato un messaggio consigliandoci di non salire sul Monte Zatta se piove ma seguire l’asfalto . Quindi restiamo a valle passando in mezzo a faggi bellissimi già vestiti di primavera. Al Passo del Bocco (956m) al Rifugio Antonio Devote, ci uniamo a Manfredi (conosciuto finora soltanto tramite Facebook) che e’ venuto qui da Chiavari in pullman per fare il resto dell’Alta Via con noi, fino a Ventimiglia. Siamo ottimisti, il tempo dovrebbe migliorare, facciamo una bella chiacchierata, mangiamo e dormiamo bene, asciugando la roba sui termosifoni come al solito..



Quinto giorno 8 Maggio


Questa secondo il metro visto su internet dovrebbe essere il miglior giorno, ma non è così, piove, si parte. Per via del tempo si fa la strada meno impegnativa evitando il Passo della Scaletta (1258m), per arrivare nella nebbia a Prato Mollo (molto mollo e allagato!) cercando con difficoltà i segnavia bianchi e rossi per portarci al Rif Monte Aiona (1503m - chiuso), facciamo una sosta nella piccola stanza invernale. Partiamo dal rifugio seguendo un itinerario equestre fino a Passo della Spingarda, prendiamo a sinistra lungo i segnavia per monte Aiona (1701m) Ormai siamo nella neve fresca e la salita diventa difficoltosa dovendoci orientare solo con i paletti che scorgiamo con difficoltà nella nebbia a volte fittissima, un deserto di neve, nebbia, acqua e sassi,,, per niente facile. Senza vedere la cima i paletti indicatori cominciano portarci in discesa, per qualche secondo la nebbia diminuisce, c’è un raggio di sole, si intravede il cielo blu, ma ricomincia piovere. Neve fresca intervallata da tantissima acqua, seguiamo la dorsale fra faggi bellissimi per arrivare a Passo Pre’ di Lame (1537m), continuando fino a Passo delle Lame (1300m), quindi arrivati al Passo del Bozale (965m), invece di continuare verso il Passo della Forcella dove pensavamo di dormire in tenda se il tempo fosse stato migliore, decidiamo di abbandonare il sentiero e scendere verso Cabanne avvisando del nostro arrivo il titolare dell’albergo Paretin. Arrivati alla fine del sentiero la vista di un torrente in piena ed il ponte di legno distrutto ci toglie la gioia della fine di un incubo, ma la pronta telefonata di Agostino al titolare dell'albergo ci rassicura indicandoci una breve deviazione verso un altro e più sicuro ponte .

Con una bella birra e scaldandoci alla stufa dell'albergo controlliamo le previsioni per i prossimi quattro giorni: pioggia! Con la probabilità di maltempo fino al 20 Maggio. Al momento non ne parliamo, pensiamo solo a scaldarci, ad asciugare tutta la roba, ceniamo e scherziamo senza decidere, finiamo la serata con una buonissima grappa, un letto caldo ci abbraccia e ci fa dormire benissimo… sicuramente facciamo sogni pieni di nebbia, di torrenti, di immagini sbiadite.


Sesto giorno 9 Maggio

Pioggia più forte che mai, dopo colazione siamo tutti concordi ad abbandonare questa bellissima ma bagnatissima avventura, montiamo su una corriera che in circa un'ora ci porta a Chiavari dove non piove, qui alla stazione ferroviaria ci congediamo da Manfredi, da Franco che sale su un treno verso il ponente ligure e noi tre Garfagnini prendiamo il treno verso La Spezia, verso casa…. un poco tristi per aver abbandonato un progetto, un sogno…. ma i sogni si possono sempre realizzare, ci vuole solo pazienza e…. il bel tempo!!!
Siamo tuttavia felici di aver percorso oltre 100 km dell'Alta Via dei Monti Liguri, di averlo fatto in compagnia di veri e semplici amici….. e …. alla prossima volta!


(LAURA STEVENSON)

ALTA VIA DEI MONTI LIGURI



Il giorno 4 parto per l'Alta Via alla rovescia, da Ceparana a Ventimiglia, il tempo per almeno 15 giorni sarà sul variabile.... ma fa lo stesso, saranno con me quattro persone:
Franco Castellini, Laura Stevenson ed altri due che per ora non conosco.
Penso di aggregarmi a loro sul passo del Bocco, o al passo della Scoglina