MANFREDI SALEMME
since 10/7/1947
E' passato un anno
E' passato un anno dal giorno della consapevolezza. Ero tornato dalla terza edizione del Mons Gibel 2013 per ADMO.
Partiti da Terrasini (PA) il giorno 6 luglio in compagnia di Agostino Domenichelli e Hartmut Czapluch, abbiamo attraversato la stupenda Sicilia lungo le montagne di Palermo, le Madonie, il crinale dei Nebrodi, eravamo saliti sull'Etna con altri due partecipanti: Emanuele Nicastro e Paola Riolfi e alla fine, io, Hartnut e Paola avevamo ripreso il cammino sui Peloritani per terminare il viaggio nello splendido scenario del castello di Capo Milazzo, con l'organizzazione di ADMO, avevamo partecipato alla grande festa di chiusura sotto un cielo di stelle.
Tornato a casa erano cominciati i dolori, intensi e devastanti, che mi avevano portato a fare un'ecografia ed una TAC con la bruttissima notizia che mi ero preso il male del secolo: il Cancro!
A qualcuno dei miei familiari è sfuggita una frase - sei mesi, un anno…
Che dire, ci sono rimasto molto male, ho sofferto molto perché ho capito che la mia vita era ormai spezzata. Mi sono affidato ai medici, ho seguito il protocollo, continuo ancora a fare tutto ciò che mi viene imposto. I primi mesi ho continuato a camminare intensamente, forse con più energia, quasi con disperazione. A marzo di quest'anno ho addirittura migliorato un mio test di resistenza sulle 24 ore no-stop.
Ora siamo all'anno e ancora sono vivo, è stato un luglio piovoso, sono molto dimagrito, dai 63 kg di fine luglio 2013 (già molto al di sotto del mio peso forma), sono sceso a 56 kg, altri 7 persi a causa dell'inappetenza e dei farmaci, agosto dicono che sarà un mese caldo e soleggiato e allora tornerò a camminare.
Voglio riprendere il tono muscolare, voglio salire sulle mie montagne, voglio andare nella valle del Gromolo dal mio amico Walter. Voglio salire sulla mia montagna: il Ramaceto.
La vita va vissuta pienamente, devo allontanarmi dagli sguardi tristi della gente, devo risentire il profumo del bosco, il vento del crinale, gli spazi immensi, i miei panorami.
Tecnica di Seldinger - ottavo ciclo
23 aprile 2014 - Ottavo ciclo,
sono arrivato alle 14, ho fatto il ricovero, seguito dal ECG, emocromo e poi in camera con la compagnia di due nuovi pazienti, uno di Salerno e l'altro di Cava dei Tirreni.
Alle 19, come previsto, c'è stato un momento di musica, con la partecipazione di due grandi interpreti: Enrico Rava alla tromba e Alessandro Lanzoni al pianoforte.
Il giorno 24 sono sceso per ultimo e poi ho passato otto ore di completa immobilità intervallata da continui conati di vomito fino all'alba.
Il giorno 25 sono stato sottoposto alla chemio per via endovenosa, alle 13 circa ho lasciato Carrara.
Appena tornato a casa, dopo un leggero pranzo, mi sono messo a letto e mi sono svegliato alle tre di notte, ho passato il tempo fino all'alba davanti al computer a leggere la posta e ad ascoltare Ivano Fossati con le sue magnifiche canzoni-poesie, in particolare ho ascoltato decine di volte la canzone "Carte da decifrare", che in questi momenti "sento" particolarmente.
Vivo a volte momenti particolari che mi danno energia, e grazie a quell'energia supero questo periodo della mia vita molto diverso da come ero solito interpretarla.
Ho davanti a me molti progetti che sento di voler realizzare e VOGLIO assolutamente farne parte non più solo con la fantasia ma realmente!
La vita è come l'amore… tutta da decifrare...
sono arrivato alle 14, ho fatto il ricovero, seguito dal ECG, emocromo e poi in camera con la compagnia di due nuovi pazienti, uno di Salerno e l'altro di Cava dei Tirreni.
Alle 19, come previsto, c'è stato un momento di musica, con la partecipazione di due grandi interpreti: Enrico Rava alla tromba e Alessandro Lanzoni al pianoforte.
Il giorno 24 sono sceso per ultimo e poi ho passato otto ore di completa immobilità intervallata da continui conati di vomito fino all'alba.
Il giorno 25 sono stato sottoposto alla chemio per via endovenosa, alle 13 circa ho lasciato Carrara.
Appena tornato a casa, dopo un leggero pranzo, mi sono messo a letto e mi sono svegliato alle tre di notte, ho passato il tempo fino all'alba davanti al computer a leggere la posta e ad ascoltare Ivano Fossati con le sue magnifiche canzoni-poesie, in particolare ho ascoltato decine di volte la canzone "Carte da decifrare", che in questi momenti "sento" particolarmente.
Vivo a volte momenti particolari che mi danno energia, e grazie a quell'energia supero questo periodo della mia vita molto diverso da come ero solito interpretarla.
Ho davanti a me molti progetti che sento di voler realizzare e VOGLIO assolutamente farne parte non più solo con la fantasia ma realmente!
La vita è come l'amore… tutta da decifrare...
L'amore è tutto carte da decifrare
e lunghe notti e giorni per imparare
io se avessi una penna ti scriverei
se avessi più fantasia ti disegnerei
su fogli di cristallo da frantumare
E guai se avessi un coltello per tagliare
ma se avessi più giudizio non lo negherei
che se avessi casa ti riceverei
che se facesse pioggia ti riparerei
che se facesse ombra ti ci nasconderei
Se fossi un vero viaggiatore t'avrei già incontrata
e ad ogni nuovo incrocio mille volte salutata
se fossi un guardiano ti guarderei
se fossi un cacciatore non ti caccerei
se fossi un sacerdote come un'orazione
con la lingua tra i denti ti pronuncerei
se fossi un sacerdote come un salmo segreto
con le mani sulla bocca ti canterei
Se avessi braccia migliori ti costringerei
se avessi labbra migliori ti abbatterei
se avessi buona la bocca ti parlerei
se avessi buone le parole ti fermerei
ad un angolo di strada io ti fermerei
ad una croce qualunque ti inchioderei
E invece come un ladro come un assassino
vengo di giorno ad accostare il tuo cammino
per rubarti il passo, il passo e la figura
e amarli di notte quando il sonno dura
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore
Perché l'amore è carte da decifrare
e lunghe notti e giorni da calcolare
se l'amore è tutto segni da indovinare
Perdona
se non ho avuto il tempo di imparare
se io non ho avuto il tempo
di imparare.
e lunghe notti e giorni per imparare
io se avessi una penna ti scriverei
se avessi più fantasia ti disegnerei
su fogli di cristallo da frantumare
E guai se avessi un coltello per tagliare
ma se avessi più giudizio non lo negherei
che se avessi casa ti riceverei
che se facesse pioggia ti riparerei
che se facesse ombra ti ci nasconderei
Se fossi un vero viaggiatore t'avrei già incontrata
e ad ogni nuovo incrocio mille volte salutata
se fossi un guardiano ti guarderei
se fossi un cacciatore non ti caccerei
se fossi un sacerdote come un'orazione
con la lingua tra i denti ti pronuncerei
se fossi un sacerdote come un salmo segreto
con le mani sulla bocca ti canterei
Se avessi braccia migliori ti costringerei
se avessi labbra migliori ti abbatterei
se avessi buona la bocca ti parlerei
se avessi buone le parole ti fermerei
ad un angolo di strada io ti fermerei
ad una croce qualunque ti inchioderei
E invece come un ladro come un assassino
vengo di giorno ad accostare il tuo cammino
per rubarti il passo, il passo e la figura
e amarli di notte quando il sonno dura
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore
e amarti per ore, ore, ore
e ucciderti all'alba di altro amore
Perché l'amore è carte da decifrare
e lunghe notti e giorni da calcolare
se l'amore è tutto segni da indovinare
Perdona
se non ho avuto il tempo di imparare
se io non ho avuto il tempo
di imparare.
Provate a cambiare la parola amore con "vita" e non vedrete più l'immagine di una persona a cui sicuramente è stata dedicata questa canzone, ma è adattabile anche alla vita.
Bisogna avere la capacità di amare la vita con la stessa passione, con la stessa intensità dell'amore che spesso ci travolge verso l'altro essere!
Perciò buona vita-amore a tutti!
ELENA CIFALI E LA 100 KM DEL PASSATORE
Appena nata Elena avrebbe potuto partecipare a questa gara, ma ancora non sapeva camminare e allora ha deciso di correre anche per recuperare i km non fatti negli anni passati.
Sarà in pari nel 2014 se completerà i 4000 km della sua vita. il prossimo anno dovrà aggiungere quelli del "Passatore 2014" come minimo… ma per mettersi in pari dovrà fare molto straordinario…. lo sappiamo Elena, è quello che chiedi dalla vita e allora…. Buone corse, maratone e tutte le sgambate che vuoi.
Questa è l'iscrizione della 40ma edizione
CIFALI ELENA RITA | 15/03/1973 | 782 | NICOLOSI (CT) |
LA STORIA
1973, nasce la 100Km del Passatore
QUEL CAFFE’ DA EGIDIO CON ALTEO , CHECCO, RENATO E CARLO….
Quella che con felice intuizione – era il 28 maggio 1978 – Franco Chiavegatti, inviato del “Corriere della Sera”, battezzò come “Olimpiade della follia” nel suo reportage sul maggiore quotidiano italiano, nacque in una fredda mattina di gennaio del 1973.
Nel 1969 è stata constituita la Società del Passatore a seguito di una caccia al tesoro nelle cantine romagnole, organizzata dall’Ente Tutela Vini di Romagna. Gli intervenuti con le loro firme fondarono la Società. I premi reggitori furono Alteo Dolcini, Paolo Babini, Carlo Cova, Pietro Crementi, per la città di Faenza. In seguito la Società si estende alle 7 sorelle Romagnole: Imola, Forlì, Faenza, Cesena, Rimini, Lugo, Ravenna.
Sì, la “100 Chilometri del Passatore Firenze-Romagna (Faenza)”, come allora si chiamava, nacque quale idea un po’ pazzerella in quella sede, ma fu messa a tacere, forse per “paura di trovare dei pazzi che avrebbero accolto l’invito”, piuttosto che per le difficoltà oragnizzative, finchè…
Finchè una mattina di gennaio del ’73, una di quelle mattine fredde dove le idee ben conservate vengono fuori all’improvviso, stimolate ad esempio da un espresso caldo e fumante preso nel caffè di Egidio, inaspettatamente tornò fuori l’idea della “prima maximarcia su una distanza di 100 Km”. Furono propiro quel geniale vulcano di idee che era Alteo Dolcini, forlimpopolese di nascita e segretario generale del Comune di Faenza, scomparso il 2 settembre del 1999, e quel formidabile organizzatore che era Francesco Checco Calderoni, faentino doc, assicuratore e presidente della sezione manfreda dell’U.O.E.I., Unione Operaia Escursionisti Italiani, scomparso il 25 marzo 2001, in compagnia di Renato Cavina, giornalista di “Stadio” e della “Gazzetta dello Sport”, uno che di sport e di grandi imprese se ne intende e che è stato il decano manfredo della categoria fino alla sua scomparsa il 2 marzo 2010, e di Carlo Raggi, giornalista del “Resto del Carlino”, a farla uscire di nuovo e a dargli corpo, mentre attraversavano corso Mazzini: “Sì, facciamola – disse il quartetto – creiamo questa faccenda, vedremo come va a finire…”. Tale decisione era stata preceduta da una specie di …meditazione. Quel quartetto si era trovato infatti qualche giorno prima Dolcini. aveva caricato gli altri tre nella sua auto, percorso via delle Vigne, quindi raggiunto la Cà de Bè, a Bertinoro, dove li aspettavano piadina, prosciutto e sangiovese. Lì, a tavola, si buttò il seme.
Pochi anni dopo, quattro per l’esattezza, dunque il ’77, venne fuori anche l’idea di lasciare una traccia, una memoria scritta di quella impresa, per cui, come afferma proprio Dolcini nel primo libro della “Cento”: “Dovremmo dire, fra 10 o 1.000 anni: ‘Permette, noi siamo…’ quando ricorderemo a tutti – imprecanti od osannati – che abbiamo offerto loro la possibilità di dire ‘IO C’ERO…’.” Già, ed è andata a finire che la 100Km del Passatore è arrivata ad oggi dopo esser stata piu’ volte Campionato Europeo Assoluto e a Squadre e Campionato mondiale alla 42^ edizione.
LA SALUTE NEL MOVIMENTO
la salute nel movimento
Progetto di educazione motoria per la popolazione veronese con più di 55 anni
Promosso dal Comune di Verona -Assessorato al Decentramento in collaborazione con
Facoltà di Scienze Motorie - Università di Verona e ULSS 20 di Verona - Dipartimento di Prevenzione Assessorato al Decentramento Università degli Studi di Verona
Facoltà di Scienze Motorie Dipartimento di Prevenzione ULSS 20 di Verona
Per informazioni:
Comune di Verona - Servizi Progettuali Culturali per i Quartieri
P.zza Mura Gallieno 3, 37121 – Verona
Sito internet : www.comune.verona.it
Alessandro Pignatelli alessandro_pignatelli@comune.verona.it
Laura Ugolini laura_ugolini@comune.verona.it
Luca Zanini luca_zanini@comune.verona.it
ULSS 20 – Dipartimento di Prevenzione
Via Salvo d’Acquisto 7, 37121 - Verona
Sito internet: www.prevenzione.ulss20.verona.it/att_motoria.html
Lucia De Noni lucia.denoni@ulss20.verona.it
Susanna Morgante smorgante@ulss20.verona.it
Facoltà di Scienze Motorie - Università di Verona
Via Casorati 43, 37131 – Verona
Sito internet: www.univr.it
Doriana Rudi doriana.rudi@univr.it
Federico Schena federico.schena@univr.it
Massimo Lanza massimo.lanza@univr.it
Hanno collaborato alla redazione dell’opuscolo:
Susanna Morgante, Lucia De Noni, Paola Ciddio, Laura Ugolini, Massimo Lanza, Doriana Rudi, Luca Zanini.
INTRODUZIONE
Da più di vent’anni il progetto La Salute nel Movimento supera il normale avvicendarsi delle amministrazioni e il naturale turnover degli utenti. Sicuramente tra le sue caratteristiche si trovano quei fattori di successo che hanno portato a considerare questa esperienza tra le
eccellenze nel panorama italiano, e non solo.
Data l’importanza dell’attività fisica per la salute, il Dipartimento di Prevenzione collabora con grande interesse a questo progetto di comunità, con l’obiettivo di aumentare il numero di persone attive come consigliano le linee guida internazionali sulla promozione dell’attività fisica e degli stili di vita sani.
Il direttore del Dipartimento di Prevenzione
ULSS 20 Regione Veneto
dott. Massimo Valsecchi
L’abbinamento di un approccio scientifico verso l’esercizio fisico con una elevata qualificazione tecnica e didattica delle attività proposte è la peculiarità che caratterizza questo progetto fin dall’inizio nel 1989 e che si è sviluppato nella Facoltà di Scienze Motorie sostenuto dalla continua sperimentazione di nuove forme di attività ed il monitoraggio dei risultati conseguiti.
Il responsabile dell’équipe medico-scientifica
prof. Federico Schena
Facoltà di Scienze Motorie - Università di Verona
“La Salute nel Movimento” è un progetto integrato di promozione degli stili di vita attivi rivolto alla popolazione Veronese con più di cinquantacinque anni che utilizza l’attività motoria per promuovere la salute ed il benessere.
Nato nella città di Verona nel 1989, ha mantenuto la definizione di “progetto” mettendosi continuamente a confronto con i cambiamenti culturali, amministrativi ed economici di questi anni riuscendo a raccogliere il consenso delle diverse Amministrazioni Comunali avvicendatesi alla guida della città che ne hanno colto il ruolo di servizio
alla popolazione adulta ed anziana.
Da diversi anni il Comune di Verona, promotore originario dell’iniziativa, è stato affiancato dal Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 20 e dalla Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Verona. Nel corso degli anni, il progetto è stato esportato con pochi adattamenti in diverse realtà della provincia di Verona e di Trento, con il coinvolgimento
nell’anno 2009/2010 di più di cinquemila utenti.
La prospettiva volutamente dinamica del progetto ha visto di anno in anno l’avvio sperimentale di interventi sempre diversificati a fronte dello stabilizzarsi di altri. L’attenzione non si è limitata ai soli aspetti del movimento e della salute ma anche a quelli sociali e motivazionali, mantenendo un approccio multifattoriale ed intersettoriale quali
elementi cruciali per il raggiungimento degli obiettivi del progetto.
La promozione dell’attività fisica ha ricevuto una crescente considerazione da parte delle autorità sanitarie nazionali che l’hanno inserita nelle linee progettuali:
PRESENTAZIONE
• del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012, che prevede di ampliare ulteriormente le iniziative di prevenzione primaria (soprattutto quelle legate alla promozione degli stili di vita sani) e di estendere gli interventi di prevenzione secondaria e terziaria” per
le malattie cardiovascolari, metaboliche e oncologiche;
7
• del programma nazionale “Guadagnare in Salute” che promuove l’attività fisica, la sana alimentazione e la lotta al fumo e all’alcol (DPCM 3.5.2007);dei Livelli Essenziali di Assistenza, che includono esplicitamente la promozione dell’attività fisica per la prevenzione; dei progetti regionale e nazionale di promozione dell’attività motoria,
di cui il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 20 è capofila.
Inoltre le indicazioni della ricerca internazionale, le “buone pratiche” locali, le sempre più numerose azioni delle organizzazioni sanitarie internazionali e delle amministrazioni pubbliche forniscono elementi molto espliciti per definire economicamente vantaggioso, culturalmente rilevante e politicamente necessario l’investimento preventivo pubblico e privato sull’attività fisica per una corretta idea di salute e di benessere. Ci auguriamo che la lunga esperienza che riassumiamo nelle pagine che seguono possa portare un contributo in questo senso.
Il binomio tra attività fisica e salute, oltre ad essere inscindibile da un punto di vista scientifico (WHO, 2002 – WHa, 2002 – ACSM-AHA, 2007), appare come immediato ed intuitivo. Tuttavia l’idea di esercizio fisico come attività “sportiva” ha portato per lungo tempo a sottovalutare il ruolo dell’esercizio fisico come strumento di salute e la necessità di una sua diffusione, non solo in termini di prestazione sportiva e/o di attività ricreativa, ma anche in termini di recupero, mantenimento e miglioramento dello stato di salute.
Negli ultimi anni, il progressivo invecchiamento della popolazione mondiale ha rappresentato un’emergenza sanitaria che ha richiamato l’attenzione di tutti coloro che programmano e gestiscono le risorse sanitarie. Di fronte al progressivo allungamento della vita, l’incremento degli anni passati in buona salute e la riduzione degli anni di disabilità e di dipendenza rappresentano due obiettivi fondamentali.
Esistono molte evidenze sul fatto che la pratica di attività fisica rappresenti un elemento basilare per il raggiungimento di queste finalità (Judge, 1996 - Binder, 2002). Le azioni concrete realizzate in Italia sono, tuttavia, meno numerose rispetto a quelle attivate in altri Paesi. I tre Enti veronesi, documentata eccezione in questo quadro, hanno fatto crescere il progetto “Salute nel Movimento” dimostrando una consapevolezza sempre più forte del ruolo delle attività motorie nella promozione della salute e nella prevenzione di molte delle patologie tipiche dell’età anziana.
D’altra parte è sempre più evidente che per gli enti Pubblici non è ragionevole pensare all’anziano solo in quanto utente di servizi sociali o sanitari: l’andamento demografico della popolazione impone di investire sull’anziano in termini di salute e benessere, oltre che di
risorsa di tempo disponibile e competenze.
Salute ed attività fisica: la necessità dell’intervento
Il progetto propone iniziative motorie e culturali per favorire la consapevolezza dell’importanza del movimento e per offrire alle persone al di sopra dei cinquantacinque
anni l’opportunità di una pratica motoria di qualità e a costi contenuti con una proposta inizialmente limitata alla palestra ed alla piscina ma successivamente estesa anche al cammino, al ballo, alla bicicletta e all’intervento sui determinanti ambientali (urbanistici
e sociali) della sedentarietà.
I principi ispiratori del programma, definiti nei primi anni e sostanzialmente confermati nel tempo, sono:
Strategie e obiettivi
• offerta diversificata di attività motorie di gruppo, fondata sulla traduzione pratica delle acquisizioni scientifiche delle scienze mediche, motorie e sociali;
• delocalizzazione territoriale delle attività, per facilitare la partecipazione
dei cittadini;
• coinvolgimento delle Circoscrizioni comunali e di strutture private (quali società sportive, associazioni e cooperative) nelle fasi di progettazione e di gestione sul territorio delle iniziative;
• monitoraggio sanitario orientato all’individuazione delle patologie limitanti i soggetti ed all’analisi delle singole esigenze di esercizio, in modo da fornire indicazioni agli insegnanti per una proposta di attività la più personalizzata possibile;
• standardizzazione dei criteri minimi per la realizzazione delle attività in relazione a: competenza degli insegnanti (diplomati ISEF o laureati in Scienze Motorie); numero di lezioni per anno; numero di componenti per corso; requisiti di valuzione funzionale per
l’organizzazione dei corsi;
• programmazione delle attività motorie secondo linee guida comuni a tutti gli insegnanti coinvolti e monitoraggio strutturato di alcuni parametri relativi alle capacità motorie sollecitate;
• coordinamento organizzativo e aggiornamento periodico degli insegnanti, dello staff medico e degli operatori amministrativi coinvolti;
• monitoraggio periodico (da parte di un gruppo di lavoro rappresentativo delle competenze professionali e degli enti coinvolti) della qualità della proposta e continuo adeguamento alle sollecitazioni dell’utenza e alle evoluzioni culturali.
Linee principali di intervento
Le azioni più significative sono:
• i corsi, le manifestazioni e le altre attività motorie in palestra e all’aperto;
• lo screening sanitario, con valutazione medico-funzionale degli utenti;
• gli interventi di promozione dell’attività fisica;
• le attività di ricerca e sperimentazione di nuove attività.
Per tutti gli interventi sono stati individuati standard di servizio comuni e condivisi in tutte le zone della città e le attività sono state decentrate nelle Circoscrizioni. Un gruppo di lavoro, composto da professionisti dell’area medica, motoria e amministrativa del progetto, si occupa del coordinamento, della verifica in itinere e finale degli interventi e della predisposizione di momenti formativi al fine di integrare le competenze delle diverse
aree nei confronti degli operatori che lavorano con gli anziani, oltre a organizzare direttamente alcune iniziative rivolte a tutti i partecipanti. Il valore aggiunto di questo tipo di organizzazione sta nell’integrazione di competenze diverse e nella comunicazione sia formale che sostanziale tra tutti gli attori del progetto: responsabili decisionali degli Enti pubblici, responsabili tecnici in ambito amministrativo, sanitario e motorio; organizzazioni territoriali; utenti delle iniziative. (conferenze, incontri, eventi celebrativi e di festa, marketing sociale con coinvolgimento di mass media e web);
Salute nel Movimento: uno schema gestionale
Comune di Verona Assessorato al Decentramento
Azienda Sanitaria Locale (Dipartimento Prevenzione)
Università degli Studi di Verona Facoltà di Scienze Motorie
Gruppo di Coordinamento del progetto Cooperative e Società Sportive Circoscrizioni
I – II – IV – V – VI – VII – VIII del Comune di Verona
Comuni della Provincia di Verona
Corsi di attività motoria in palestra
Corsi per persone diabetiche
Corsi di nuoto
Corsi di acquafitness
Associazioni Centri Anziani di Volontariato
Gruppi di cammino guidato, nordic e pole walking, bicicletta, ballo
Staff medico
Conferenze e convegni
Manifestazioni ricreative attività informativo-educative
INIZIATIVE
Le iniziative del progetto “La Salute nel Movimento” sono strutturate sulla base di un modello che prevede i seguenti elementi:
• ogni attività adottata deve essere conforme alle evidenze scientifiche di efficacia nel campo della promozione della salute;
• gli utenti devono usufruire di strutture e attrezzature a costi contenuti, al fine di garantire un’ampia diffusione dell’attività (soprattutto nelle fasce di popolazione meno abbienti);
• prima dell’accesso alle attività deve essere effettuata quando necessaria una valutazione medico-funzionale, al fine di definire i fattori di rischio dei singoli utenti, gli accorgimenti che gli insegnanti sono tenuti ad adottare per garantire sicurezza ed efficacia dei corsi e (qualora vi sia disponibilità di spazi) la formazione di gruppi omogenei per fattori di rischio;
• ogni attività deve essere strutturata secondo standard organizzativi che identificano: caratteristiche degli spazi; numero degli utenti per corso; numero e durata delle lezioni; linee guida delle attività. Le linee guida comuni ai corsi, pur lasciando spazio alle diverse interpretazioni degli insegnanti, permettono una condivisione degli obiettivi che devono essere basati sulle indicazioni provenienti dalla letteratura internazionali ed adattabili alle caratteristiche e del gruppo e del singolo;
• la valutazione standardizzata delle principali abilità motorie, all’inizio e al termine dei corsi, unita all’osservazione soggettiva dell’insegnante, fornisce informazioni per orientare la scelta delle attività e delle caratteristiche di intensità, durata, frequenza;
• vengono effettuati incontri di coordinamento degli insegnanti al fine di monitorare l’andamento e la gestione delle specifiche iniziative; i risultati di tale azione di monitoraggio costituiscono oggetto di studio e di valutazione da parte del gruppo di lavoro.
Area sanitaria
Il progetto applica un sistema di monitoraggio medico degli utenti prima del loro inserimento nelle attività dei corsi. Il protocollo è stato formulato e via via aggiornato dallo staff medico in collaborazione con l’ULSS20.
Al momento dell’iscrizione ad una delle attività del progetto è previsto uno screening che ha lo scopo di identificare il profilo sanitario degli utenti per evidenziare la eventuale necessità di un approfondimento medico. Lo screening è stato introdotto nel 1999, anche sulla base anche del fatto che le attuali disposizioni della Regione Veneto non obbligano a richiedere la certificazione medica di buona salute per la partecipazione a corsi di attività motoria non agonistica.
La Giunta della Regione Veneto, infatti, già nel 1994 ha emanato una disposizione (avente come oggetto la “Certificazione di idoneità sportiva non agonistica”) nella quale ha dichiarato che l’attività ginnico-motoria è caratterizzata da esercizi fisici non competitivi, praticabili a prescindere dall’età dei soggetti, senza controllo sanitario preventivo
obbligatorio, con finalità ludico-ricreative, ginnico-formative, riabilitative e/o rieducative. Tale presa di posizione è stata ribadita nel DGR 2832/99 della Regione Veneto: “Atto di indirizzo e coordinamento regionale in materia di medicina dello sport” e dal parere rilasciato
dall’Ufficio Legale dell’ULSS 20 di Verona relativamente all’opportunità o meno di richiedere una certificazione medica ai partecipanti alle attività di cammino. Anche un documento della Giunta Provinciale del Trentino “Indirizzi e raccomandazioni in ordine ai requisiti sanitari per lo svolgimento delle attività motorie” (Deliberazione Giunta
Provinciale n. 2661 del 19.11.2004) si orienta nello stesso modo.
E’, d’altra parte, evidente quanto sia opportuno assicurare ad utenti ed insegnanti informazioni significative sugli eventuali fattori di rischio e sulle specifiche necessità delle persone in base alle loro caratteristiche funzionali.
Nel progetto Salute nel Movimento si è quindi adottato uno screening realizzato attraverso una scheda d’informazione sanitaria generale compilata dall’utente. Con i dati dichiarati si identificano i principali fattori di rischio che indicano l’eventuale necessità di una valutazione
di secondo livello. In questo caso la persona viene inviata ad una visita medico-funzionale che verifica la capacità funzionale del singolo utente in relazione all’età, alle patologie pregresse o in atto e alla condizione di efficienza dei principali apparati. Si sta gradualmente
attribuendo questo compito ai medici di medicina generale.
La visita medico funzionale di secondo livello adotta un protocollo che prevede la raccolta dei dati anamnestici, una visita medica e alcuni test di funzionalità cardiorespiratoria e neuro-muscolare, di equilibrio, di mobilità articolare e di forza. Dai dati raccolti nella scheda
si ricava un punteggio complessivo che esprime una misura globale delle capacità funzionali della persona. Le informazioni acquisite nel corso della visita vengono riportate anche in una scheda informativa consegnata all’insegnante con le eventuali indicazioni formulate dal medico. Il processo di “screening e valutazione funzionale”, insieme alla programmazione individualizzata dell’attività motoria, è probabilmente alla base del fatto che, in quasi vent’anni di attività in palestra (approssimativamente 900.000 ore di attività), non si sono verificati eventi patologici gravi durante le attività. Sicuramente il protocollo permette di classificare gli utenti per “classi funzionali” e fornire indicazioni agli insegnanti sulle precauzioni o sugli interventi da enfatizzare per i singoli utenti. Sulla base delle “classi
funzionali”, inoltre, gli Enti che organizzano i diversi corsi hanno la generalmente possibilità di organizzare gruppi con capacità motorie omogenee nei quali possano essere proposte attività ottimizzate in relazione alle possibilità fisiche degli utenti.
La suddivisione in classi funzionali e la stretta collaborazione tra medici ed insegnanti dei corsi, superando la mera certificazione di idoneità, costituiscono quindi il fondamento del programma di controllo medico. L’adozione di regolari momenti di scambio tra équipe
medica, insegnanti e operatori degli enti di gestione favorisce la comunicazione
reciproca su questioni rilevanti e sui problemi di tipo organizzativo, sanitario o metodologico che possono insorgere in un’organizzazione ampia come quella del progetto veronese.
Dal 2008 anche i Medici di Medicina Generale (MMG) della ULSS 20 sono stati coinvolti nel progetto per ottimizzare gli accertamenti effettuati e potenziare la comunicazione con le istituzioni coinvolte - il tutto inserito in una più ampia collaborazione con i MMG, con produzione di materiali cartacei ed elettronici, realizzazione di attività formative e costituzione di un gruppo di medici di famiglia (che hanno fatto da “consulenti” al progetto e sono stati anche coinvolti negli accertamenti iniziali sugli anziani che partecipano ai corsi). Dal gruppo è scaturita anche la proposta di chiedere che la promozione dell’attività fisica sia inserita nei patti aziendali fra MMG e ULSS 20 e nella formazione obbligatoria regionale.
Area delle attività motorie
Nell’ampio panorama delle attività motorie che possono essere proposte alle persone anziane (Lanza, 2007) il progetto “Salute nel Movimento” ha dato priorità a quelle di tipo collettivo realizzabili in forma diffusa e relativamente molto economica nelle strutture (palestre, piscine, spazi all’aperto) del territorio. Tale scelta si è rivelata vincente: le
ricerche in letteratura infatti mettono in luce come, per la maggior parte delle persone, le attività collettive favoriscano più di quelle individuali l’adesione e la fedeltà ad una pratica motoria (ACSM, 2004).
Le attività qui descritte sono quelle presenti dal 2005 al 2007:
• Corsi di attività motoria in palestra (alcuni specifici per persone diabetiche);
• Corsi di nuoto e corsi di ginnastica in acqua;
• “Oltre la Palestra”: attività motorie in ambiente naturale presso parchi e percorsi salute;
• Gruppi di cammino guidato;
• Attività di ballo.
Nella logica di adeguare costantemente le proposte alle acquisizioni della ricerca ed in risposta all’esigenza di ampliare la diffusione della pratica motoria si sono sperimentate nuove attività per verificarne possibili applicazioni in contesti di ampia diffusione. In questi ultimi anni l’attenzione è stata rivolta alle attività di cammino con bastoncini - Nordic Walking e Pole Walking, alle attività realizzabili con le attrezzature dei centri fitness (Silver Fitness) e alla strutturazione di cicli organici di conferenze per la promozione culturale di stili di vita attivi (Corso “Attività motoria nella terza età”, collaborazione con l’Università della Terza Età, ecc.).
Area dell’informazione e della promozione
In un’ottica di approccio ecologico alla promozione di stili di vita attivi, il progetto ha sempre sviluppato interventi che favorissero anche le relazioni tra gli Enti, gli operatori e gli utenti.
Accanto alle iniziative necessarie alla comunicazione di eventi e scadenze, quali lettere personalizzate agli utenti e pubblicazione di articoli sul notiziario dell’amministrazione o sui giornali locali, sono state realizzate varie iniziative rivolte agli utenti:
• Conferenze relative ad argomenti connessi con salute, attività fisica e stili di vita;
• Manifestazioni celebrative del progetto;
• Feste;
• Giornate di promozione delle attività motorie;
• Alcune delle otto edizioni del Meeting Interregionale “Gente Sprint in Movimento” che permette l’incontro di gruppi provenienti da varie provincie del Triveneto offrendo una giornata di turismo e di pratica motoria;
• Proposte di occasioni di ballo con “La Salute vien Ballando”: eventi aggregativi che hanno confermato il grande potenziale di questa attività.
Nei confronti della comunicazione istituzionale e scientifica l’iniziativa
è stata continua:
• Organizzazione di tre edizioni del convegno “Verona città in forma”;
• Partecipazione a convegni italiani e internazionali;
• Organizzazione di conferenze rivolte ai responsabili di enti;
• Realizzazione e presentazione di ricerche (si veda bibliografia).
Un opuscolo realizzato nel 2000 ha ampliato le forme di diffusione del progetto. A questo si deve aggiungere il sito internet del Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 20 che illustra, insieme ad altre, le attività del progetto (indirizzo internet: http://prevenzione.ulss20.verona.
it/att_motoria.html). Il Dipartimento, infatti, collabora al progetto in qualità di capofila del programma regionale e nazionale di lotta alla sedentarietà, che prevede anche numerose altre azioni: iniziative motorie di gruppo per portatori di patologie croniche (diabete, malattie cardiovascolari ecc.) e per soggetti sani di varie fasce di età, formazione degli operatori
e soprattutto interventi mirati ad una modifica degli spazi urbani per facilitare scelte di vita più attive da parte dei cittadini: cammino, uso della bicicletta, incremento delle possibilità di usufruire di spazi verdi e strutture sportive, recupero di spazi urbani per il gioco libero dei bambini. E’ fondamentale da questo punto di vista la collaborazione con gli enti locali con cui va costruito il quadro di riferimento per attuare quello che è prescritto dal decreto “Guadagnare Salute”, cioè rendere facili le scelte salutari dell’individuo e della comunità
(De Noni Valsecchi, 2008).
L’esperienza maturata ha favorito:
• la crescita dell’attenzione da parte delle strutture sportive, assistenziali e sociali al ruolo dell’attività motoria concretizzatasi nella presenza di laureati in Scienze Motorie in strutture sanitarie (Ospedali, Case di Riposo, ASL), nella realizzazione di progetti di attività motorie specifici in centri fitness, piscine, centri per anziani e università del tempo libero;
• le competenze nell’ambito delle politiche sanitarie di prevenzione attraverso la promozione delle attività motorie in molte tipologie di popolazione;
• la realizzazione di un corso di studi Universitari di secondo livello (Laurea Specialistica / Magistrale) dedicato specificamente alla formazione nel settore delle attività motorie per persone anziane;
• le occasioni di ricerca e implementazione delle conoscenze scientifiche nella pratica delle attività motorie;
• i contatti a livello nazionale ed europeo.
RISULTATI E TENDENZE
Gli utenti
Il numero di adesioni La crescita della partecipazione alle iniziative del progetto non è ben
documentata dalle fonti amministrative poiché i dati degli iscritti negli anni passati erano affidati a diversi enti responsabili. Complessivamente si può dire che si è passati dai circa 600 utenti dei primi anni (1990) agli attuali 1600 per quanto riguarda la sola attività in
palestra. Sono passate da cinque a sette su otto le circoscrizioni cittadine coinvolte nelle attività in palestra e sei comuni della provincia hanno inserito le loro iniziative nell’ambito del progetto (Caldiero, Castel D’Azzano, Grezzana, San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, Soave). Inoltre, in 7 centri anziani della città sono organizzate settimanalmente attività di ballo (circa 150 persone coinvolte) che culminano in eventi annuali - 750 persone coinvolte nel 2010 e 700 nel 2009. L’incremento non è stato regolare, con molti anni di sostanziale stabilità causata fondamentalmente dalla disponibilità oraria delle palestre, per la maggior parte scolastiche, che è sempre stata inferiore alle richieste delle circoscrizioni riducendosi, in alcuni casi significativamente, per necessità contingenti delle scuole. L’espansione, quindi, è stata determinata dall’ampliamento dell’offerta di attività e dall’estensione dei territori coinvolti nel progetto, oltre che dall’attivazione
di percorsi urbani per favorire il cammino e la bicicletta. E’ anche ipotizzabile che un cambiamento di atteggiamento nel senso dell’abbandono della sedentarietà si traduca in una maggior propensione a praticare attività sportiva e motoria su iniziativa personale.
Il sistema di sorveglianza PASSI (v. bibliografia) ci dirà come si stanno modificando nel tempo i comportamenti della popolazione.
Questa tendenza deriva da due fattori: il primo è l’aumento dell’età di iscrizione (sembra infatti che i nuovi iscritti presentino un’età media relativamente più elevata che in passato); un secondo elemento è il rilevante tasso di re-iscrizione che contribuisce, ovviamente, ad alzare la media dell’età. Una parte consistente degli utenti si iscrive ripetutamente ai corsi.
I primi rilevamenti di un’indagine su coloro che hanno sostenuto i test dal 1994 al 2007 (Posenato, 2007) mette in luce che almeno il 65% di coloro che hanno svolto i test, approssimativamente la metà degli iscritti ai corsi, ha frequentato i corsi per almeno due anni. Nei corsi che sono stati monitorati il tasso di iscrizione all’anno successivo è del 70.5÷81.0%. Si fa notare che l’incremento dell’età degli iscritti, che è dello 0.59% annuo, risulta leggermente superiore all’incremento dell’età media, 0.50% all’anno, che la città di Verona ha fatto registrare dal 1991 al 2004 (Comune di Verona, 2004).
Genere:
La maggior parte dei partecipanti ai corsi sono state donne: nel 2007/2008 i maschi sono stati esattamente il 10% di coloro di cui è stato possibile rilevare i dati nei test di ingresso (Ranzenigo, 2008), nel 1997 erano il 7%. A parte che tra i più giovani (55÷59 anni) la loro
presenza è distribuita in modo abbastanza omogeneo nelle diverse classi di età. La distribuzione fortemente asimmetrica dei generi è presente nei corsi in palestra, che rappresentano la maggior parte dell’utenza, nelle attività di acquafitness e nelle attività di cammino guidato. Decisamente molti più maschi (il 68%) aderiscono, invece, alle attività di Silver Fitness che si svolgono con l’utilizzo delle tipiche attrezzature dei centri fitness.
Età e capacità motorie:
La riduzione delle capacità motorie con l’avanzare dell’età è un dato ben conosciuto ma è interessante osservare l’altissima variabilità individuale di questo fenomeno.
Le capacità motorie
Nell’indagine sui test iniziali in palestra del 2007/2008 (Ranzenigo, 2008) svolta su 727 donne di età 55÷88 anni è stata confermata, come prevedibile, la correlazione negativa fra l’età e tutte le capacità: le performance in ogni campo tendono quindi a diminuire all’aumentare degli anni. Tuttavia nessuna capacità mostra una correlazione
elevata (R= -0.38÷-0.01).
La capacità che peggiora più rapidamente, quella dell’equilibrio, presenta un indice di media entità (R=0,36÷0,38), mentre in alcune prove, come quella di mobilità articolare e coordinazione delle mani si può dire che la correlazione sia pressoché nulla. E’ stata rilevata una riduzione statisticamente significativa nei risultati medi per classi di età quinquennali (55÷59; 60÷64 … 80÷84 anni) nella resistenza, nella forza e nell’equilibrio.
Nella mobilità articolare e nella coordinazione delle mani, invece, la tendenza alla diminuzione non mostra significatività statistica. Questi dati confermano una tendenza messa in evidenza studiando i test dal 1994 al 2007 (Posenato, 2007): le medie, per classi di età decennali (55÷64; 65÷74; 75÷84 anni), della mobilità articolare e della coordinazione manuale spesso non risultano significativamente diverse nelle varie età. Notevole anche la variabilità dei risultati ricavabile dalla deviazione standard mostrate dai grafici.
Complessivamente, anche dalle rilevazioni “sul campo” sembra possibile confermare che l’età dell’individuo non ne prefigura in modo assoluto lo stato di forma fisica. Anche se quest’affermazione può apparire “semplice” porta con sé alcune implicazioni didattiche se
quest’affermazione può apparire “semplice” porta con sé alcune implicazioni didattiche molto importanti per chi si occupa di invecchiamento e attività motoria. Innanzitutto i dati sembrano confermare la bontà della scelta del progetto “Salute nel Movimento” di formulare gruppi relativamente omogenei per fattori di rischio e per capacità motorie.
In secondo luogo la numerosità dei gruppi dovrebbe formulata considerando quest’ampia variabilità individuale ed essere, quindi, limitata a 18÷25 soggetti quando non siano presenti persone fragili. In terzo luogo l’ampia variabilità delle capacità motorie implica una buona capacità di valutazione iniziale ed in itinere da parte del conduttore. Sia che si basi solo
sull’osservazione soggettiva sia che utilizzi prove standardizzate, molto importante per favorire l’individualizzazione della proposta motoria, necessaria (anche nelle attività collettive) per ottenere stimoli allenanti significativi. Le iniziative realizzate a Verona in questi anni rappresentano un esempio di “laboratorio per la promozione e l’educazione
motoria degli anziani”.
E’ stata acquisita esperienza legata a diverse professionalità che permette di far interagire
enti non sempre avvezzi alla collaborazione. La considerazione dell’ampiezza dell’utenza potenziale, solo in parte raggiunta, cui dovrebbero essere messe a disposizione iniziative, strutture e cultura del movimento impone un impegno importante per delineare nuovi scenari di sviluppo e di azione. Risulta necessario, infatti, continuare nell’azione di promozione,
cercare di ampliare la rete dei servizi a disposizione dei cittadini e aumentare il coinvolgimento nella pratica motoria delle persone sedentarie e appartenenti alle “fasce deboli”. Questo importante obiettivo richiede una sempre maggior relazione collaborativa tra gli enti delegati ed interessati ad un nuovo modo di intendere il presidio della salute.
Avrebbe senso quindi prevedere un programma di azioni da sviluppare in un ampio arco di tempo ed in collaborazione tra una pluralità di attori pubblici e privati, che modifichi gli stili di vita dei cittadini con interventi culturali e strutturali finalizzati a promuovere una più ampia attività motoria.
Questo richiede una progettazione da sviluppare su più livelli, dall’ideazione strutturale alla promozione all’informazione.
La definizione della viabilità cittadina, l’organizzazione del trasporto pubblico e privato, la progettazione urbana, gli investimenti in aree verdi, piste ciclabil, palestre e altre strutture sportive, sono solo alcuni dei settori che influenzano in modo significativo lo stile di vita e che un “governo lungimirante della cosa pubblica” dovrà nel prossimo futuro affrontare in modo nuovo. Il naturale sviluppo di questo progetto è rappresentato dalla creazione di spazi per l’incontro e la socialità e dalla modifica radicale della cultura della sedentarietà.
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Promosso dal Comune di Verona
Assessorato al Decentramento
in collaborazione con
Facoltà di Scienze Motorie - Università di Verona
ULSS 20 di Verona - Dipartimento di Prevenzione
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