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ALTA VIA DEI MONTI LIGURI - INTERROTTA





















4 – 9 Maggio 2010

Partecipanti:

giorni 1 – 4:
Franco Castellini (Vigevano)
Agostino Domenichelli, Morena Biagioni e Laura Stevenson (Garfagnana);

giorno 5 : Manfredi Salemme (Liguria)

giorni 6 – 19: abbandonati !!


Primo giorno 4 maggio

Si parte da Castelnuovo Garfagnana in treno, io Morena e Agostino, incontriamo Franco a La Spezia, lui in pantaloni corti come in Nepal l’anno scorso, scarpone leggero come ha raccomandato la guida per quest’Alta Via.
Morena anche con scarpone leggero, sta piovendo, Franco compra un ombrello più grande alla stazione, sappiamo che le previsioni non sono buone per i prossimi 3 o 4 giorni, ma dai! Non e’ possible che pioverà ogni minuto… ci saranno schiarite sicuramente durante lo weekend le cose miglioreranno, no?

I nostri zaini sono pesanti: tende, sacchi pelo, materassini, stufa , un chilo di pasta, pacchetti di zuppa, frutta secca, tante barrette, acqua…..perché sappiamo che faremo almeno sei notti in tenda, la prima forse stasera, se il tempo ce lo permetterà.

Andiamo in corriera fino a Ceparana, dove inizia l’Alta Via. Sistemiamo gli zaini e prendiamo un spuntino al bar, e via! Si parte. Piove., sbagliamo strada dopo qualche minuto ( segnaletica non molto chiara), Morena e Franco già hanno piedi bagnati.

Camminiamo per 5 ore salendo 750m e scendendo 75m, sempre con tanta nebbia, con qualche apertura verso valle. Arriviamo a Passo Alpicella (710m) e cerchiamo posto per montare le tende, piove, un camioncino si ferma, ci offrono pernottamento in una mansarda di un agriturismo qualche km dopo (che non è ancora aperto), accettiamo senza pensarci nemmeno un nanosecondo.
Ci invitano a scaldarci ed asciugarci davanti alla stufa, e chiedono se vogliamo cenare, accettiamo con entusiasmo soltanto un piatto di pasta ma dopo gli antipasti di salumi di casa, primo, secondo, formaggio, dolce, vino, caffè, grappa…. ci addormentiamo molto bene .

Secondo giorno 5 Maggio

Dopo una bella colazione il nostro ospite ci riporta in camioncino sull’Alta Via, c’è nebbia, ma anche qualche schiarita, e siamo ottimisti, ma niente di più sbagliato! Salendo gradualmente passiamo sotto il Monte Cornoviglio a arriviamo al Valico dei Casoni (992m), si vede qualcosa ogni tanto, ma c’e’ nebbia e pioggia. 250m di salita e 200m discesa ci portano alla Foce del Termine, Monte Fiorito e Passo del Rastello (1044m) dove troviamo un misero riparo dal vento e dalla pioggia per mangiare un buon minestrone. Si continua un saliscendi per 2 ore circa e arriviamo al Passo Calzavitello (896m). L’albergo Belvedere un chilometro più a valle e’ chiuso, ma apre per noi, che gioia, le scarpe bagnate sono messe nel forno a legna ancora tiepido dallo weekend precedente. Mangiamo e dormiamo bene.

Terzo giorno 6 Maggio

Pioggia e nebbia, il nostro ospite ci da passaggio fino a Casa Biagi che e’ una variante del' Alta Via per arrivare a Foce dei Tre Confine(1408m). Con un tempo tale non valeva la pena di andare via il Focetto. Una salita di 650m, con vento, grandine, freddo, sentieri come fiumi (no, non come fiumi – erano fiumi!), gli ombrelli distrutti. Scendiamo gradualmente e arriviamo disperati per ripararci al Passo della Cappelletta.(1085m) Soltanto le basi delle pale eoliche dietro la Cappella sono visibili nella nebbia, ma si sente il loro rumore cigolante. Mangiamo una barretta ma siamo troppo infreddoliti e bagnati per fermarci più di qualche minuto. Telefoniamo al Ranch Camillo al Passo Cento Croci (che sappiamo essere aperto) e scopriamo che nessuno arriverà li prima delle sei. Ora sono le due circa e abbiamo ancora un'ora di cammino. Ci viene detto di aspettare in un garage di fronte il rifugio dove possiamo attendere all'asciutto l’arrivo del gestore. Seguendo l’asfalto per qualche chilometro, dopo un'ulteriore bosco, finalmente arriviamo al Passo Cento Croci (1055m), troviamo il garage abbandonato e facciamo un piccolo fuoco sul pavimento con pezzi di legno e fieno ci scaldiamo con un the. Quando arrivano i gestori siamo ben affumicati. Il Ranch Camillo e molto accogliente e si mangia e dorme bene asciugando tutta la nostra roba sui termosifoni.

Quarto giorno 7 Maggio

Si parte, per i primi 5 minuti non piove. Saliamo di 380m e scendiamo di 530m per arrivare a Colla Craiolo (907m). Nebbia, pioggia, e qualche schiarita, poco vento. c’e un bel riparo con una specie di caminetto, Franco riesce fare un bel fuoco, mentre l’acqua si scalda per il brodo fatto con i dadi. Queste cose sono tutto il nostro piacere nell’assenza del sole, panorami, piedi asciutti, mani calde. Manfredi , che stiamo per incontrare al Passo del Bocco, ci ha mandato un messaggio consigliandoci di non salire sul Monte Zatta se piove ma seguire l’asfalto . Quindi restiamo a valle passando in mezzo a faggi bellissimi già vestiti di primavera. Al Passo del Bocco (956m) al Rifugio Antonio Devote, ci uniamo a Manfredi (conosciuto finora soltanto tramite Facebook) che e’ venuto qui da Chiavari in pullman per fare il resto dell’Alta Via con noi, fino a Ventimiglia. Siamo ottimisti, il tempo dovrebbe migliorare, facciamo una bella chiacchierata, mangiamo e dormiamo bene, asciugando la roba sui termosifoni come al solito..



Quinto giorno 8 Maggio


Questa secondo il metro visto su internet dovrebbe essere il miglior giorno, ma non è così, piove, si parte. Per via del tempo si fa la strada meno impegnativa evitando il Passo della Scaletta (1258m), per arrivare nella nebbia a Prato Mollo (molto mollo e allagato!) cercando con difficoltà i segnavia bianchi e rossi per portarci al Rif Monte Aiona (1503m - chiuso), facciamo una sosta nella piccola stanza invernale. Partiamo dal rifugio seguendo un itinerario equestre fino a Passo della Spingarda, prendiamo a sinistra lungo i segnavia per monte Aiona (1701m) Ormai siamo nella neve fresca e la salita diventa difficoltosa dovendoci orientare solo con i paletti che scorgiamo con difficoltà nella nebbia a volte fittissima, un deserto di neve, nebbia, acqua e sassi,,, per niente facile. Senza vedere la cima i paletti indicatori cominciano portarci in discesa, per qualche secondo la nebbia diminuisce, c’è un raggio di sole, si intravede il cielo blu, ma ricomincia piovere. Neve fresca intervallata da tantissima acqua, seguiamo la dorsale fra faggi bellissimi per arrivare a Passo Pre’ di Lame (1537m), continuando fino a Passo delle Lame (1300m), quindi arrivati al Passo del Bozale (965m), invece di continuare verso il Passo della Forcella dove pensavamo di dormire in tenda se il tempo fosse stato migliore, decidiamo di abbandonare il sentiero e scendere verso Cabanne avvisando del nostro arrivo il titolare dell’albergo Paretin. Arrivati alla fine del sentiero la vista di un torrente in piena ed il ponte di legno distrutto ci toglie la gioia della fine di un incubo, ma la pronta telefonata di Agostino al titolare dell'albergo ci rassicura indicandoci una breve deviazione verso un altro e più sicuro ponte .

Con una bella birra e scaldandoci alla stufa dell'albergo controlliamo le previsioni per i prossimi quattro giorni: pioggia! Con la probabilità di maltempo fino al 20 Maggio. Al momento non ne parliamo, pensiamo solo a scaldarci, ad asciugare tutta la roba, ceniamo e scherziamo senza decidere, finiamo la serata con una buonissima grappa, un letto caldo ci abbraccia e ci fa dormire benissimo… sicuramente facciamo sogni pieni di nebbia, di torrenti, di immagini sbiadite.


Sesto giorno 9 Maggio

Pioggia più forte che mai, dopo colazione siamo tutti concordi ad abbandonare questa bellissima ma bagnatissima avventura, montiamo su una corriera che in circa un'ora ci porta a Chiavari dove non piove, qui alla stazione ferroviaria ci congediamo da Manfredi, da Franco che sale su un treno verso il ponente ligure e noi tre Garfagnini prendiamo il treno verso La Spezia, verso casa…. un poco tristi per aver abbandonato un progetto, un sogno…. ma i sogni si possono sempre realizzare, ci vuole solo pazienza e…. il bel tempo!!!
Siamo tuttavia felici di aver percorso oltre 100 km dell'Alta Via dei Monti Liguri, di averlo fatto in compagnia di veri e semplici amici….. e …. alla prossima volta!


(LAURA STEVENSON)

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