PER QUALCUNO IL TEMPO STA PER FINIRE, SOLO TU PUOI AIUTARLO! ISCRIVITI AL REGISTRO DONATORI MIDOLLO OSSEO E POTRAI SALVARE UNA VITA............. admo@admo.it

Ultimi dettagli... mancano 8 giorni !!!


Ultimissimi dettagli.... Polase, cerotti, dentifricio, calzini, ghette, sale grosso, caramelle anice, bustine di zucchero.

Continua intanto la stampa delle tappe perché potrebbe essere che non riesca a connettermi con il computer.

Lunedì 25 - intervista del Secolo XIX

Martedì 26 - test a Verona

Mercoledì 27 - test e prelievi a Verona

Giovedì 28 - conferenza la mattina 
sulle risultanze scientifiche del Guya Trekking 2008,
 il pomeriggio presentazione del Guya Trekking 2009

Venerdi 29 - mattino ultime misurazioni, 
pomeriggio alle 18 a Trieste presso il CAI XXX Ottobre, 
conferenza con la partecipazione di ADMO Trieste

Sabato 30 - tutto il giorno in spiaggia a Muggia

Domenica 31 - ore 06,00........... PARTENZA

RELAZIONE ITINERARIO “L’ANELLO DEL RINASCIMENTO”




VAGLIA – ALBERACCIO – SANTA BRIGIDA – PONTASSIEVE



La partenza da dietro la stazione di Vaglia necessiterebbe di un cartello con l’itinerario, ben visibile ed i tempi di percorrenza fino a Pontassieve.

All’arrivo a Bivigliano, sull’asfalto c’è un cartello dell’AR ma il sentiero che porta fino al Hotel La Bruna non è ben tracciato e coperto da vegetazione molto fitta, la titolare del Hotel La Bruna ha acconsentito ad interpellare il comune per far pulire il sentiero anche perché interessata ad aderire al AR.

Nell’incrocio all’asfalto che a sinistra porta ad Alberaccio, nel punto di intersezione servirebbe un cartello indicatore “AR”

All’arrivo a Santa Brigida si può constatare che non ci sono strutture ricettive se non a valle presso Il Trebbio, ma tuttavia si può proseguire verso Fornello e trovare Az. Agrit. Venatoria Caliga ed altri B&B. Nella stessa Santa Brigida servirebbe qualche segnavia.

A Monterifrassine ho avuto problemi per capire dove dirigermi, direi che basterebbe indicare di proseguire verso Castello Montefiesole rimanendo sull’asfalto e superato l’Az. Degustaz. Vini Fattoria Lo Vacchio, salire fino all’incrocio per la Pieve e girare a destra.

A Pontassieve, di fronte alla stazione servirebbe un cartello grande, anche qui con cartina del percorso in modo da raggiungere Rosano nella maniera più breve (io ho fatto tutto l’asfalto passando per il sottopasso a circa 2 km per poi tornare indietro, la strada è molto trafficata e pericolosa)

San Donato in Collina: trovare delle strutture ricettive, c’è un camping e a circa 2 km antico Spedale del Bigallo (ma non per tutti e chiuso d'inverno!)

La tratta San Donato in Collina necessita di inserimento cartelli indicatori ad ogni bivio (mancano e si può sbagliare).

IMPRUNETA – LA CERTOSA – SIGNA

Molto bene, solo una incertezza a Villa Antinori (ora villa Le Rose), la descrizione del percorso induce a seguire il viale con i cipressi (che io ho percorso fino al cancello chiuso e sono tornato indietro), qui dire di andare a diritto sulla strada bianca.

A La Certosa è bene sapere che spesso bisogna aspettare il prete per poter accedere al complesso religioso… allora sarebbe bene sapere gli orari in modo da non salire ma continuare su via Colleramole e non andare in via Buca della Certosa ma andare a sinistra e superato il Camping continuare sull’asfalto lasciandosi il campeggio sulla sinistra.

Dal valico della Catena a Pian dei Cerri si intersecano molti altri sentieri ed è facile sbagliarsi (infatti io sono arrivato a Lebbiano), qui sono assolutamente indispensabili i cartelli AR per seguire un itinerario diretto.

Hotel Roveta è chiuso ed anche gli agriturismo o B&B non sono pubblicizzati da cartelli è quindi impossibile trovare sistemazione, arrivati a Lastra a Signa si raggiunge Signa molto facilmente ed è tutto ben segnato.

Da Signa a Calenzano ho trovato problemi nei pressi del Centro Commerciale dove il segnavia non è ben posizionato ( oppure ero io che ero stanco?)

In complesso, avendo fatto l’Anello molto in fretta sono comunque giunto a destinazione e questo potrebbe indicare che è possibile farlo comunque, ma non è così, io ho un alto senso di orientamento ma la gente che cammina per i monti lo fa per rilassarsi, per godere della natura e dei panorami, spesso è distratta e parla, pertanto ritengo che una maggiore cura nel posizionare cartelli o segnavia pitturati sia indispensabile per poter camminare in libertà e senza dover cercare la traccia.

Sono soddisfatto e gratificato per questa esperienza, tornerò sicuramente a rifare il percorso in senso antiorario.

Le tracce memorizzate con il GPS non posso ora scaricarle per motivi tecnici, ma sarà mia cura inviarle al più presto.

Concludo suggerendo che sia lo stesso Bracci (ideatore e progettista) a coordinare i vari personaggi, volontari o meno, che si occupano della manutenzione dei rispettivi tratti dell'AR. Senza questo coordinamento e senza il coinvolgimento delle strutture ricettive che insistono lungo il percorso, non sarà possibile farlo diventare una “proposta turistica” compiuta di quel turismo sostenibile ed ecologico che stà andando per la maggiore in tutto il mondo.



Gentile Sig. Manfredi,   

abbiamo ricevuto la Sua richiesta via email sul nostro prodotto Sport-Fit Loacker. 

La ringraziamo per l'interessamento - apprezziamo molto quando i nostri consumatori ci scrivono direttamente per chiederci informazioni!  

La nostra barretta, testata in occasione della spedizione organizzata dal Centro 

Addestramento Alpino di Aosta (facente capo all’Esercito Italiano), può sicuramente 

essere indicata per la Sua impresa di traversata.  

Gli Alpini in Antartide hanno affrontato, per una durata di ca. 20 giorni, marce quotidiane di 25-26 km (in condizioni estreme), con slitte al traino di oltre 70 km. Durante il giorno si sono nutriti esclusivamente delle nostre barrette (ca. una ogni 50 – 60 min., a seconda del loro peso corporeo) e di acqua (tenga presente che per ogni caloria assunta deve bere 1 cl di acqua!). A seconda del peso della persona, la media delle barrette assunte al giorno variava da 12 a 15 barrette / persona. 

La sera, a fine sforzo, era previsto un pasto completo (molto ricco, con formaggio e 

speck per compensare il dispendio energetico della giornata – l’alimentazione ricca di grassi non dava assolutamente nessun problema essendoci tutta la notte per la 

digestione).  

A livello di praticità, la nostra barretta si presta bene perché: 

- è leggera (pesa 20 g) 

- è completamente naturale (e ca. al 60% gli ingredienti sono biologici) 

- dà un’alimentazione completa e bilanciata 

- non crea acidità  

- ha proprietà antiossidanti 

- offre energia buona (la barretta è anche buona nel senso organolettico) 

- l’indice glicemico è molto basso (tempo di rilascio dell’effetto energetico è lungo) 
Ricordiamoci anzitutto che  per integrazione intendiamo l’aggiunta all’alimentazione principale di elementi nutrizionali basilari: proteine, carboidrati e grassi, vitamine e minerali;  che un’integrazione è necessaria soltanto in caso di sforzo nel tempo, per non incorrere in situazioni di carenza nutrizionale; qui l’integrazione serve a 

ripristinare una percentuale di calorie consumate senza pretendere di colmare il 

disavanzo totale, cosa che spetterà ai pasti successivi).  

Le possiamo consigliare di impiegare la nostra barretta seguendo la tabella (diamo per assunto che Lei pesi ca. 70 kg):  

a) trekking pianeggiante – 1 barretta ogni 90’ 

b) trekking montano (dislivelli max 300 m con andatura normale) – 1 barretta ogni 60’ 

c) trekking alpinistico (con dislivelli sensibili anche 500 m ma andatura lenta) – 

    1 barretta ogni 45’ 

d) escursioni come sopra (a), (b) e (c) ma con andatura sostenuta –  

    rispettivamente 1 barretta ogni 60’, 45’, 30’  

Si ricordi, poi, di masticare bene la barretta ... i semi (interi) della barretta devono 

essere spezzati e macinati bene per sprigionare tutte le loro caratteristiche buone!  

Segua poi le regole fondamentali e universali: 

 

Mai dimenticarsi l’integrazione idrica! La regola è: per ogni kcal serve un cl di 

acqua (nel caso di Sport-Fit: 1 barretta + 1 bicchiere di acqua; e non serve altro 

che acqua in caso l’integrazione venga fatta con Sport-Fit) 

 

Ricordiamo che durante l’attività fisica di lunga durata l’eventuale comparsa di 

fame è determinante al fallimento della prestazione: la fame va prevenuta perché 

quando compare è già troppo tardi! Caricare troppo per paura di fame appesantisce la prestazione, il giusto equilibrio conforta la prestazione, qualsiasi scostamento la peggiora. Una buona alimentazione non aumenta le prestazioni ma una cattiva assunzione di cibo senza dubbio le peggiora!  

Tenga presente che quanto qui scritto non è da considerare una “prescrizione” ... nè 

vogliamo nè possiamo avere la pretesa che ci siano delle regole sempre valide per 

l’assunzione di Sport-Fit. Tuttavia, anche se ne mangiasse troppo, non si preoccupi – è un prodotto naturale che non crea fastidi all’organismo umano.   

Nella speranza che quanto suddetto possa esserLe d’aiuto, Le auguro una buona 

riuscita della Sua impresa!  

Cordialmente,    

A. L O A C K E R Spa    

     Sven Rossi 

L'ANELLO DEL RINASCIMENTO




Il giorno 7 maggio alle ore 7,00 inizia il mio
 “Anello del Rinascimento”

Vaglia – Alberaccio - Santa Brigida 
Il percorso conduce lungo silenti ed ombrosi sentieri fino a Bivigliano ed eventualmente al Convento di Montesenario
(vedi variante descritta) e successivamente al Santuario della Madonna del Sasso, per scendere infine con bellissimo
selciato a Santa Brigida. L’itinerario oltre che una valenza religiosa ne possiede una naturalistica in quanto attraversa il
territorio dell’ANPIL di Poggio Ripaghera reso famoso per la presenza di un endemismo floristico.

Lunghezza del percorso: Km 17,5
Tempo di percorrenza: ore 3,00
Dislivello in salita: m 483
Difficoltà: nessuna
Consigli & note: vista la brevità della tappa si consiglia di salire anche a Montesenario.
Accesso: Bus di linea dall’Alberaccio e da Santa Brigida
Ciclabilità MTB: medio-facile. Alcuni brevi tratti fangosi e scoscesi possono obbligare di fare piede a terra.

N.B. Per la descrizione del tratto Vaglia – l’Alberaccio vedi il percorso Vaglia-Alberaccio-Fiesole

Dall’Alberaccio, passo situato sulla strada provinciale per Santa Brigida e Molin del Piano, si prende una strada
interna che, lambendo alcune villette, costeggia parallelamente la via principale per circa 200 metri. Ritrovata la
provinciale, la si attraversa (fare attenzione al traffico) per guadagnare, di fronte una strada sterrata che sale verso Sn.
La si imbocca fino ad un grande cartello escursionistico d’insieme del Comune di Pontassieve. Continuando si trova un primo bivio. Si prende il tracciato a Dx per superare una sbarra e scendere lungo una sterrata (CAI 8-A) fino ad un bivio situato prima di un casolare. Si continua a Sn, in curva di livello, superando Casa Malaspina. Da qui lo stradello si restringe e continua in piano fino a casa Castelluccio, da dove si prosegue in discesa in direzione della strada che dalla Fattoria di Masseto sale al Santuario della Madonna del Sasso. Arrivati alla strada si prende a salire, svoltando nettamente a Sn, per raggiungere in breve e leggera salita il Santuario omonimo, antico luogo di culto del contado fiorentino che vi accedeva in processione e pellegrinaggio. Ammirato il panorama che da qui si gode, si aggira il complesso a valle e si prende a scendere sempre lungo il percorso 8-C, in un meraviglioso bosco di cerro e castagno fino ad un primo bivio caratterizzato da una stele. A Sn si scendono sette scalini e si prosegue lungo il selciato storico che giunge a due belle colonne in pietra. Appena oltre queste due colonne si potrà notare un breve tratto di selciato con pietre più grosse che si dice sia l’ultimo tratto originale dell’antica strada romana. Si cammina in piano attraverso il complesso rurale delle Lucole per risalire leggermente e girare infine a Dx e arrivare alla strada asfaltata in località Lucole dove si erge una bella casa-torre del Trecento. Girando a Sn, con un breve tratto di asfalto, si perviene all’abitato di Santa Brigida. Il borgo prende il nome da una santa che, come narra la tradizione, si sarebbe fermata in una grotta del luogo facendo vita da anacoreta. Nei pressi della grotta venne poi eretto un oratorio, divenuto poi chiesa, presente tutt’oggi.



Santa Brigida - Pontassieve 
Tappa con interesse prevalentemente paesaggistico, quasi sempre in discesa, nella bella campagna che degrada verso
la Val di Sieve, punteggiata di stupendi casali immersi nei vigneti e...mulini ritrovati.

Lunghezza del percorso: Km 13,2
Tempo di percorrenza: ore 4,00
Dislivello in salita: m 303
Difficoltà: nessuna
Consigli & note: lunghi tratti di asfalto poco battuto possono essere comunque pericolosi.
Accesso: Bus di linea da Santa Brigida; a Pontassieve Bus e Treno.
Ciclabilità MTB: medio-facile, con breve tratto di ripida e sconnessa mulattiera in salita, dopo Fornello. Attenzione a prendere troppa velocità in discesa!

Da Santa Brigida si segue fedelmente la stretta ma panoramica strada asfaltata Via Doccio, che poi,
attraversato il villaggio diventa Via di Parga e conduce ad un bivio in località La Villa. Qui si segue a Sn l’asfalto di Via di Parga fino alla chiesa di Fornello ed all’omonima frazione. Da Fornello, si lascia la strada principale per girare
nettamente a Sn, fra le case, e si prende la Via Fornello che sale ripidamente e poi diventa sterrata (sentiero GEO-A) toccando alcune villette. Successivamente si segue una forestale che entra nel bosco e sale ancora, tramutandosi infine in mulattiera sassosa e rocciosa fino ad arrivare ad incrociare una strada bianca. Qui si lasciano i segnavia del GEO-A e si prende a Dx la sterrata solo per alcune centinaia di metri. In breve si raggiunge l’asfalto che sale verso Galiga, contrassegnato con il CAI 7. Si prende ancora a Dx ed, attraversata la zona delle Colline, si scende alla strada che da Santa Brigida conduce a Pontassieve. Ad un primo bivio con la strada per Doccia si continua a dritto, per arrivare ad un secondo bivio dove stavolta si gira nettamente a Sn e ci si immette in un bellissimo e panoramico uliveto. In breve si giunge presto in località Monterifrassine dove si trova il bel mulino a vento settecentesco recentemente restaurato. Successivamente, dopo aver ammirato il panorama sul sottostante borgo di Rufina, in Val di Sieve, famoso per il suo Chianti, si attraversa un incrocio con le strade asfaltate che conducono a Rufina (Sn) ed a Pontassieve (Dx). Oltre questo bivio si procede in direzione di Montefiesole. Al bivio successivo si lascia l’asfalto per continuare a Sn lungo lo sterrato (CAI 7) che sale a Montefiesole ed alla sua bella e panoramica pieve. Dalla pieve si riprende lo stradello che scende al sottostante bivio, oltre il quale si continua, in un bel bosco di cipressi, per arrivare ad un incrocio caratterizzato da un antico tabernacolo. Qui, facendo attenzione, si prende a salire la mulattiera che porta, a dritto e ripidamente, nel bosco fino ad aggirare la cima di Poggio Bardellone.
Nel frattempo il panorama sul versante della Sieve appare bellissimo e viene impreziosito dalla presenza del borgo di Nipozzano immerso nei preziosi vigneti degli Antinori. Una lunga discesa nel bosco arriva ad una sterrata che immette in Via del Capitano e poi, dopo aver attraversato Via G. Matteotti, scende nel centro di Pontassieve e alla sua vicina stazione ferroviaria.


Pontassieve – Montecucco – S. Donato 

Il cammino avviene lungo stradelli vetusti e panoramici, anche sulla conca del Valdarno. Come durante le altre tappe
anche in questa l’interesse naturalistico si sposa in modo eccezionale con quello storico-artistico.

Lunghezza del percorso: Km 13
Tempo di percorrenza: ore 4,20
Dislivello in salita: m 598
Difficoltà: nessuna
Accesso: Treno a Pontassieve; Bus di linea a Rosano, Pontassieve e San Donato.
Ciclabilità MTB: medio-facile. Dal bivio di Vicoritto, invece di salire al Convento dell’Incontro, è consigliabile continuare per l’antica strada selciata che porta direttamente al Valico di Terzano e poi, continuando per Via Bencistà e Gorioli, una volta arrivati ad un primo incrocio, prendere a salire verso Sn, l’asfalto che porta a Montecucco; proseguire poi lungo l’A.R. fino a S. Donato

Dopo aver attraversato il centro di Pontassieve in direzione del ponte sul fiume Arno che conduce a Rosano ed
aver visitato il convento omonimo (ottime le pesche delle suore disponibili in settembre e divino il gregoriano cantato dalle sorelle durante la messa della domenica), il percorso segue fedelmente il CAI 1 che si dirige verso le colline. La stradella asfaltata lambisce un gruppo di vecchie case, per divenire poi sterrata e salire più ripidamente fino alla bella chiesa di San Pugnano, risalente all’alto medioevo e recentemente ristrutturata. Ritrovato l’asfalto e percorsi cento metri dalla chiesa si trova un bivio: accanto al tabernacolo posto sull’incrocio, si prende a Dx l’asfalto che, subito a Sn, sale a delle case situate poco oltre, nel bosco. Fatti duecento metri, prima delle case, si prende a Sn, la mulattiera che sale per superare una scarpata ed arrivare così nei pressi di una villa di cui si costeggia la recinzione tenendo la Sn. Lasciata la rete metallica si prende a seguire un ombroso sentiero che perviene al crinale nei pressi del Poggio Masso Tondo. Sul crinale si segue una sterrata e dopo un breve tratto pianeggiante si giunge in località Le Pozzacce. Ancora una leggera salita lungo pista sassosa e si perviene ad un antico cippo in pietra dove il nostro percorso si innesta sull’itinerario CAI 00. Si prende a Sn per aggirare Poggio Alberaccio ed uscire infine, sulla vicinale di Poggio Luco in prossimità dell’omonima e stupenda villa. Percorsi appena trecento metri di asfalto, dal crocefisso posto sull’incrocio successivo alla Villa, si prende a Sn l’asfalto che sale per il Convento dell’Incontro.

Sosta per la notte al Convento L'Incontro (www.conventolincontro.it )

tel.  055-6519122


Partenza per la seconda tappa il giorno 8 maggio alle 08,00 


Ad una curva, si stacca a Sn la strada bianca di Vicoritto, mentre a Dx si continua su asfalto che dopo cento metri si lascia per imboccare un sentiero che sale al panoramicissimo onvento dell’Incontro (CAI 00).Il percorso aggira il muro di cinta del convento offrendo straordinari panorami sulle colline e Firenze; arrivati alle antenne dei ripetitori si svolta a Dx, in discesa, tramite una pista che, divenendo ripida e sassosa, sempre in progressiva discesa, dapprima incrocia il CAI 4B e poi conduce al Valico di Terzano, antico luogo di passaggio fra il Valdarno e la piana fiorentina. Al valico, occorre fare attenzione per imboccare il sentiero per Poggio Crociferro, posto giusto di fronte, accanto al cancello di una villa, sempre con le indicazioni AR – 00.
La salita per crinale termina a Poggio Crociferro, uno dei luoghi più panoramici dell’intero trekking. In breve giungiamo alla selletta di Montecucco, caratterizzata dalla presenza di alcune villette, dove l’Anello del Rinascimento incrocia il tracciato proveniente da Rignano sull’Arno per Bagno a Ripoli. Dal quadrivio di sentieri di Montecucco, si prende un brevissimo tratto di asfalto che conduce all’ingresso di una villa. Prima di questa, si prende uno stretto sentierino che scende per seguire, sulla Dx, la recinzione dell’abitazione e poi riguadagnare il crinale per diventare presto un pista che segue la displuviate e che si dirige verso Sud. I panorami sono ampi e profondi verso la conca del Valdarno. Dopo essere risaliti ancora per poco, si prende a scendere decisamente a Dx per seguire la recinzione della fattoria di Torre a Cona e del suo Parco, per scendere fino alla provinciale Aretina in località Fornace. Alla strada, facendo molta attenzione al traffico veicolare, in meno di un chilometro, si arriva al valico e all’abitato di San Donato in Collina, dotato di alcuni servizi quali alimentari, bar, edicola.

San Donato in Collina - Impruneta 

Tappa lunga e con dislivelli accettabili. Dai boschi di Fonte Santa si passa agli uliveti e vigneti che preludono ai dolci
paesaggi chiantigiani per giungere infine all’Impruneta, capitale del “cotto”.

Lunghezza del percorso: Km 18
Tempo di percorrenza: ore 5,50
Dislivello in salita: m 542
Difficoltà: nessuna
Accesso: Bus di linea da Firenze e Impruneta, che incrociano il percorso anche in diverse località intermedie.
Ciclabilità MTB: medio-facile. Da Petigliolo consigliamo, a Sn, di raggiungere Impruneta con la strada asfaltata, per Santa Cristina, onde evitare ripidi tratti di stretto sentiero.

Da San Donato si prende la Via Maremmana che sale a Fonte Santa, ripercorrendo l’antico tracciato di
transumanza sul quale transitavano uomini e greggi provenienti dalla Val di Sieve e dall’Alto Casentino. La breve salita finisce all’inizio del Parco di Fonte Santa, dove sono presenti alcune rarità botaniche di matrice mediterranea, per l’influenza dei venti marini che giungono fin qui.
Superato il piccolo Rifugio e la Fonte omonima, si continua dapprima in piano e poi in lieve discesa, fino a scorgere il Sasso Scritto (sembra recasse un’iscrizione etrusca) e continuare per Casa Il Mandorlo, probabilmente un punto di sosta dei pastori. Il tracciato mantiene il crinale, supera la selletta di Monte Masso, un tempo sede di un Oratorio, e declina verso La Collina, piccolo nucleo situato sulla provinciale per San Polo in Chianti. Davanti a noi è ormai in vista il Palagio e il colle di Santo Stefano a Tizzano, che raggiungiamo in breve. Accompagnati da vecchi e ombrosi cipressi giungiamo nell’aperta zona della villa di Castel Ruggero, che conserva nel nome la sua origine medievale. Appena oltre scendiamo ripidamente al Molino di Petigliolo, dove si supera il corso del torrente Ema, per poi risalire, altrettanto ripidamente, alla volta della Statale Chiantigiana, superando alcuni edifici rurali di notevole fattura. La Chiantigiana, svoltando a Dx, ci accompagna in piano per circa un km, fino al bivio con Via della Montagnola, che imbocchiamo sulla Sn, diretti al Podere Porciana, contornati da una bella cipresseta. Superata una sbarra, la campestre attraversa un panoramico uliveto per arrivare al podere menzionato. Dal Podere dobbiamo svoltare nettamente a Sn per scendere al torrente Grassina, guidati dai piloni di una linea elettrica. Superato il torrente, per pochi metri camminiamo a Sn, e subito occorre risalire con uno strappo breve (tracce di sentiero) fino ad un capanno da cacciatori e quindi ad una prima abitazione, Casa Monteferrato.
Da qui, uno stradello tra gli ulivi percorre la zona detta delle Terre Bianche, con alcuni agriturismi; poco sopra Inalbi,
dove lo sterrato si tramuta in asfalto, svoltiamo a Dx per immergerci nuovamente nel bosco e scendere poche decine di metri. La lieve risalita tra la pineta ci conduce sul retro del Campo sportivo dei Sassi Neri e alla limitrofa strada provinciale alle porte dell’Impruneta. Girando a Dx, lungostrada, giungiamo nella bellissima piazza della Basilica, camminando prima dell’abitato all’ombra di un filare di tigli.


Impruneta – La Certosa 

Una facile passeggiata tutta in discesa che apre scorci paesaggistici di grande pregio, sia sulla città che sul complesso
monumentale della Certosa.

Lunghezza: km 7,3
Tempo di percorrenza: ore 2,10
Dislivello in salita: m 78
Difficoltà: nessuna
Accesso: Bus di linea a Impruneta, Bottai e La Certosa
Ciclabilità MTB: medio-facile.

Dalla piazza Buondelmonti, su cui si erge la Basilica dell’Impruneta, si attraversa il centro storico per via Paolieri
e via Roma, fino a giungere a Villa Carrega, dalla quale si apre un vastissimo panorama verso Poggio Firenze, i Monti del Chianti, la catena dell’Appennino e del Pratomagno. Oltre la villa, giungiamo al borgo del Desco e precisamente al Viale Aldo Moro.
Seguiamo a Dx la strada che porta a Firenze passando per Pozzolatico. Percorso un chilometro circa, si prende a Sn, in salita (riferimento una strana casa d'angolo) per Via di San Miniato a Quintole, una strada inizialmente asfaltata e in ripida salita che poi diventa sterrata per condurre in breve all’omonima, antica e suggestiva chiesa con annesso vecchio cimitero da visitare (fontanella di fronte alla chiesa).
Il tracciato segue tra gli ulivi, alternando tratti di stradine asfaltate o sterrate, conducendo alla località I Baruffi,
riconoscibile per un bivio situato fra moderne villette. Si prende a Dx per scendere in Via le Rose, in direzione
dell'omonima località, superata la quale si perviene alla bella villa Antinori.
Facendo attenzione, all’angolo della Villa, si svolta a Dx passando dall’antico ingresso (filari di cipressi), per imboccare la strada bianca che, superata Villa Brancolano, diviene panoramica in particolare sulla Certosa e, sempre tra gli ulivi, incontra un’ultima residenza rurale. Pochi metri prima svoltiamo nettamente a Sn, in netta discesa, seguendo lo stradello che ci accompagna al parcheggio di Bottai, presso la Statale Cassia. (Attenzione: nel tratto tra l’ultima colonica e il parcheggio, troviamo le indicazioni: "cancello chiuso-strada privata". Esse non devono trarre in inganno in quanto trattasi di strada vicinale, quindi transitabile!).
Lo stradello prima menzionato sembra finire ad un cancello sempre chiuso: cento metri prima si prende a Sn per
scavalcare un basso muretto ed arrivare giusto nel parcheggio dei Bottai (ATAF 37 per il Galluzzo).
Per giungere alla Certosa, sulla Cassia si prende a Dx, in direzione di Firenze. Percorsi appena 100 metri si gira a Sn in Via di Colleramole per poi prendere a Dx Via Buca della Certosa. Arrivati al nucleo abitato sottostante la Certosa, in salita, a Sn, è la vecchia via scalinata in pietra che conduce all'antico ingresso del complesso religioso.

N.B. Per lavori in corso sui muri a retta, è impossibile percorrere quest’ultimo tratto. Occorre quindi ritornare alla vicina Cassia e in breve, a Sn, guadagnare l’ingresso principale della Certosa.


La Certosa – Pian dei Cerri – Lastra a Signa - Signa 

Itinerario lungo ma non impegnativo: dal fondovalle dei Bottai si guadagnano nuovamente i paesaggi
collinari, punteggiati di ville e casali. Il percorso si immerge nei boschi di pino tipici della collina fiorentina che guarda il Chianti e si snoda tra i boschi della Roveta, intervallati dagli uliveti della campagna che guarda l’Arno e le Signe
Lunghezza: Km 22,9
Tempo di percorrenza: ore 6,50
Dislivello in salita: m 126
Difficoltà: la lunghezza del percorso
Accesso: Bus di linea al Galluzzo, sulla SP Volterrana e a Pian dei Cerri
Ciclabilità MTB: medio-facile con qualche breve tratto di ripida e sconnessa mulattiera.
Effettuata l'interessante visita della Certosa del Galluzzo, si torna, tramite Via Buca della Certosa, a
riprendere il tracciato che sale sulle colline. Superato il ponte sul fiume Greve e il sottopasso dell’autostrada A1, la strada che sale a San Cristofano a Viciano lambisce un campeggio e continua in salita, tra i boschi. Poco dopo si aprono vasti scorci panoramici e, superato San Cristofano, tra gli uliveti giungiamo al bivio con la frazione di Colleramole e alla cinquecentesca villa dei Collazzi .scendiamo alla Via Volterrana, che ripercorre ancora oggi un tracciato di origine etrusca. La seguiamo, a Sn, in direzione di Chiesanuova per appena 600 metri, per lasciarla in corrispondenza di un bivio con una strada sterrata (sbarra), che scende a Dx al fosso Vingone (CAI 00). Appena sopra è l’invaso sullo stesso torrente. Dopo il terrapieno, ad un bivio di piste, teniamo la Dx per uno stradello con alcuni resti di selciato che si mantiene a mezzacosta (panorama su Firenze e la pianura), tra i boschi sul lato monte e gli uliveti, e ritrova un altro bivio nei pressi di Casignano. Svoltiamo a Sn per salire alla Grotta di San Zanobi, vescovo di Firenze che qui si ritirò a vita eremitica. La via continua a salire verso il valico della Catena, punto di transito di vecchi tracciati diretti nella Val di Pesa. Al valico, a Dx, siamo in prossimità dell’ingresso del parco pubblico di Poggio Valicaia, che interessa tutto questo rilievo. Dal parcheggio, con Via dei Valloni, a fondo naturale, continuiamo tra i boschi diretti dapprima a Casa Spazzavento e successivamente alla Casa Poggio al Pino, situata su Via dell’Arrigo, che sale dall’omonima villa. Nei pressi di Poggio al Pino è un agriturismo.

http://www.poderedelleone.it/
SOSTA PER LA NOTTE E PARTENZA IL
 9 MAGGIO PER L'ULTIMA TAPPA
alle ore 09,00


Poche centinaia di metri e siamo giunti al Pian dei Cerri, punto di valico, oggi sede di qualche abitazione e un ristorante. Dal Pian dei Cerri si segue per appena 200 metri la via Provinciale in direzione di Scandicci per lasciarla, a Sn, per una strada bianca che scende tra ulivi e boschi alla Casa Selvoli. Lambita la costruzione prestare attenzione ai segnavia per trovare (a Sn) l’ombroso stradello che supera il Borro Vallemorta e si mantiene in quota per giungere alla Casa Roncigliano, a breve distanza dall’albergo Roveta, recentemente restaurato. Notare nei pressi di Roncigliano alcuni esemplari di castagni, pur in un contesto di vegetazione mediterranea. Dopo l’albergo, svoltiamo a Sn sulla sterrata Via della Roveta che termina ad una cancellata, che aggiriamo tenendoci sullo stradello in quota (sulla Dx), diretto ad una casa che a sua volta superiamo sulla Sn tramite un breve tratto di sentiero che permette di riguadagnare la strada bianca (oltre il cancello chiuso). Stiamo percorrendo la via che conduceva agli impianti della Fonte Roveta, famosi negli anni Cinquanta e poi abbandonati. Ad una curva si tiene la Sn per scendere sul vecchio percorso in parte lastricato. Si giunge così ad un quadrivio dove, a Sn è la Fonte Roveta, mentre a diritto una pista nel bosco continua a scendere per trovare la via vicinale di Roveta. La pista porta in 200-300 metri al bivio sulla vicinale, che seguiamo verso Dx tra fitti boschi e con andamento pressoché pianeggiante. Alcuni coltivi e gli uliveti annunciano la prossimità di una casa e del ponte sulla Strada di grande comunicazione Firenze – Pisa – Livorno. Superato il ponte, seguiamo per Via di Naiale dapprima con stradina sterrata e, attraversato il piccolo nucleo, con una pista che supera un fosso e permette di giungere al podere La Torre, che riconosciamo da lontano per la sua torre che svetta tra gli ulivi. Al podere troviamo uno stretto e panoramico asfalto, verso Dx, che in un km, tra uliveti molto ben tenuti, perviene alla casa-torre del Mulettino (origini medievali). Davanti al cancello del Mulettino (nota il Tabernacolo) si stacca la via sterrata di Poggio Vittorio che tocca la vicina abitazione e segue nel bosco divenendo pista in progressiva discesa. Anche qui, usciti dalla macchia camminiamo tra orti e coltivi che preludono all’abitato di Lastra a Signa. Seguendo Via Castruccio Castracani e Via Matteotti giungiamo al Portone di Baccio, una delle porte del castello quattrocentesco di Lastra a Signa, alle cui opere prese parte anche il Brunelleschi. Entriamo nel nucleo storico (di rilievo tra l’altro lo Spedale di Sant’Antonio) e dopo la piazza centrale usciamo dalle mura castellane con la Porta Pisana, proprio di fronte alla Via di Sotto che ci conduce a Ponte a Signa. In questo luogo si trovava un ponte di grande rilevanza: dal Medioevo all’età moderna esso costituiva tra Pisa e Firenze, un punto obbligato di transito sull’Arno (l’altro era quello della Francigena nei pressi di Fucecchio). Nel sito dell’antico ponte, distrutto nell’ultimo conflitto ondiale, troviamo oggi un camminamento pedonale che ci permette di giungere a Signa.

Sosta a Signa per la notte
Partenza all’alba per unirsi al gruppo dei partecipanti del Cadenzano-Vaglia

Signa – Campi Bisenzio - Calenzano 

L’ultima tappa dell’Anello si svolge nell’ambiente della piana fiorentina, faticosamente strappata alla palude
dall’opera di bonifica. Dai Renai a Campi Bisenzio, in un paesaggio antropizzato, le tracce del passato sono
ancora leggibili e conferiscono al territorio un fascino speciale riscopribile solo dagli argini del fiume
Bisenzio.
Lunghezza del percorso: Km 16,8
Tempo di percorrenza: ore 4,30
Dislivello in salita: m 126
Difficoltà: nessuna
Consigli & note: percorso molto assolato
Accesso: a Signa bus di linea e treno; Bus a S. Piero a Ponti, Campi Bisenzio, Capalle; Bus e treno a
Calenzano.
Dalla passerella pedonale sull’Arno si prende Via Roma e, superato il sottopassaggio della ferrovia,
sempre su Via Roma, imbocchiamo a Sn una via pedonale (scalinata) che sale a Signa Castello, l’antico centro storico del capoluogo. Dalla Piazza Cavour, dominata dalla pieve di S. Giovanni, che conserva notevoli affreschi della Beata Giovanna, si scende alla sede comunale e quindi alla provinciale, la si attraversa per imboccare Via dei Renai e, attraversata la circonvallazione di nuova costruzione, si passa il ponte sul Bisenzio nei pressi dell’ingresso dei Renai, ambiente divenuto da poco Parco naturale, di cui si intravedono gli specchi d’acqua (per chi ha tempo è consigliata una visita). Di qui si prende l’argine destro (Sn orografica) per arrivare fino a San Mauro a Signa e precisamente fino al ponte situato in località Il Valico. Passato il ponte, grazie a delle scalette, si passa sull’ l’argine opposto (Dx orografica). Risalendo sempre la corrente del Fiume Bisenzio, affluente dell’Arno, si arriva a un secondo ponte per restare sempre sullo stesso lato dell’ argine. Ancora circa un km e siamo a San Piero a Ponti. Qui si supera la Via Pistoiese (terzo ponte) e subito dopo troviamo una passerella pedonale, dove un tempo transitava nell’abitato la strada principale. Si prosegue ancora lungo lo stesso argine fino alla frazione di San Martino dove si supera un quarto ponte da cui si gode un bel panorama. Ancora un km e si arriva ad una passerella moderna in metallo che attraversiamo per cambiare argine (Sn orografica) ed in breve arrivare ad uno scivolo in cemento che scende nel centro di Campi Bisenzio, antica cittadina, ormai industrializzata. Una volta a Campi, si è obbligati a scendere in Via Garibaldi, dalla quale giungiamo alle piazze Ballerini e Fra’ Ristoro. A Sn, su Via Santo Stefano, la via conduce al vicino ponte sul fiume Bisenzio, giusto sotto la Rocca dalle mura e la torre merlata. Sullo stesso ponte, delle scalette permettono di riguadagnare l’argine sinistro del fiume (Dx orografica), per seguire la pista ricavata sull’argine che in questo tratto traccia ampie curve. Il panorama è stupendo, si trovano pescatori e si vedono volare uccelli acquatici (airone cenerino e garzetta).
In breve, dopo aver toccato il punto di confluenza con il Torrente Marina, si perviene al ponte di Capalle, in prossimità di un tabernacolo. Si scende a Dx nel centro della frazione, della quale si notano subito le antiche origini medievali. Superata la sede della Misericordia, subito a Sn entriamo nel nucleo della “Terra murata” tramite Via Gora ed arriviamo alla chiesa dei Santi Quirico e Giuditta. Oltre la chiesa usciamo dalla porta del borgo per svoltare a Dx in Via dello Scalo, nei pressi dei giardini pubblici e di una villa recentemente restaurata. Ad una prima curva, al primo ponte, si trova l’argine Dx del torrente Marinella (Sn orografica), per arrivare presto ad un sottopasso che lambisce il nuovo complesso multisala (cinema). Superata, con un secondo sottopasso, la strada del Centro Commerciale I Gigli, si arriva all’omonimo Parco Pubblico. Qui, seguendo parte del Percorso Vita, con punti di seduta e verde pubblico (N.B. nel tratto sono state abbattute anche le barriere architettoniche), dopo un altro ponte, si ritrova l’argine Dx della Marinella che arriva fino
alla Ferrovia Firenze - Prato. Al terrapieno, si gira a Dx e subito a Sn si prende il sottopasso che conduce a un antico Spedale, ormai divenuto abitazione privata. Ancora cento metri e siamo alla Via Pratese fra Calenzano e La Querce (Prato), a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Calenzano. Proseguendo sulla Via Pratese si arriva ad un primo incrocio (semaforo) denominato “Nome di Gesù”. Qui, seguendo le indicazioni per Travalle, si gira a Sn ed in breve si raggiunge il Ponte del Mulino sul Torrente Marina. Lo si attraversa e, presa sulla Sn la Via del Castello, si sale alla vicina Rocca che venne devastata da Castruccio Castracani, ma che adesso un parziale restauro ha riportato a nuova vita quale polo culturale e ricreativo del Comune.

PERNOTTAMENTO A CALENZANO
AL RIFUGIO "BRACCI"
10 MAGGIO PARTENZA ALLE 10,00

Calenzano - Vaglia 

Tappa molto remunerativa dal punto di vista naturalistico e paesaggistico: il percorso sale lentamente le pendici del
Monte Morello, l’antico Mons Maurillius dei romani dal quale si hanno vedute splendide sia sulla città che sul Mugello,
nonché sul più lontano Appennino.

Lunghezza del percorso: Km 19,7
Tempo di percorrenza: ore 6,40
Dislivello in salita: m 719
Difficoltà: nessuna
Consigli & note: percorso molto assolato
Accesso: Treno da Firenze e Prato. Bus di linea da Firenze e Prato, da Barberino di Mugello.
Ciclabilità MTB: medio-facile. Giunti al Rifugio Gualdo, si consiglia di proseguire lungo la strada panoramica fino al
piazzale che conduce alla Fonte dei Seppi e da qui agli Scollini, con strada forestale, che con ottima progressione ci
riporta al tracciato per Vaglia, come descritto per essere percorso a piedi.

L’itinerario principale muove dal castello di Calenzano da dove si scende attraverso la porta Nord dell’antico borgo
medioevale, nuova sede del Museo del Soldatino e del Figurino storico. Appena fuori la porta, sulla Dx della tipica
stradina cintata da muri, si apre un camminamento pedonale che scende fra gli olivi al centro della località, antico
crocevia di strade che conducevano in direzione di Pistoia e Bologna. Proprio al crocevia si prende a salire lungo la
stradina pedonale, recentemente restaurata, che in breve ma ripida salita e con qualche gradino, conduce alla chiesa di
San Donato nella quale fu parroco Don Lorenzo Milani.

Ammirato il panorama sulla Val di Marina e sui monti della Calvana, si prosegue scendendo in località Il Colle, sede di una famosa osteria medievale. Percorso ancora un chilometro circa di stradina asfaltata, se ne ammirano
immediatamente i primi muretti laterali che lasciano intravvedere i campi di olivi della Fattoria di Sommaia, dove si trova un agriturismo. Il Monte Morello si erge di fronte, mentre sulle colline alla nostra Dx svetta la torre di Baroncoli attribuita ad Arnolfo di Cambio. Raggiunta la chiesa di San Ruffiniano a Sommaia, poco dopo, si lascia l’asfalto per raggiungere presto l’armoniosa architettura della Fattoria di Massedonica, anch’essa produttrice di olio extravergine. Appena sopra la villa, all’angolo di una villetta moderna, si lascia la via principale per prendere una carrareccia che piega decisamente a Sn fino ad arrivare ad una sbarra che impedisce il normale traffico veicolare. Siamo sulla strada panoramica antincendio che conduce al Rifugio Gualdo (gestito dal Gruppo escursionistico Gualdo, è aperto solamente per le festività). La strada, un vero balcone sulla valle del torrente Chiosina, modellata nei secoli dall’opera dell’uomo, e sulla più lontana piana fiorentina, è esposta a solatio e risulta protetta dai venti freddi di tramontana, permettendo un’ottima percorribilità invernale. Ottima anche per la MTB, poiché sale costantemente fino alla fonte del Ciliegio. Dopo la sosta presso la fonte, si nota a Sn il sentiero CAI 10, denominato localmente “rompistinchi “ che sale ripidamente le pendici del Monte Morello.
Il percorso principale invece conduce ancora lungo la strada sterrata, sempre a mezzacosta, che perviene fino ad una curva situata nei pressi del Rifugio Gualdo. Qui incrociamo il CAI 1, che proviene dal Monte Morello e con breve discesa, verso Dx, ci accompagna al vicino Rifugio Gualdo. Percorriamo, in leggera salita, circa 600 metri di asfalto della Panoramica, che lasciamo alla prima curva, per imboccare a Sn uno stradello appena sotto la fonte del Vecciolino. Dalla fonte, a dx una mulattiera sassosa inizia a salire nel bosco, anche ripidamente, fino a raggiungere gli Scollini, un vero crocevia di sentieri. A Dx c’è lo 00 che conduce a Ceppeto e prima ancora alla fonte dei Seppi (fonte perenne a 800 metri di distanza). Invece il percorso (CAI 7) continua a dritto nel bosco per salire pochi metri e poi scendere decisamente lungo una stradella forestale, antica mulattiera che conduceva a Sesto Fiorentino i contadini di Paterno e Pescina nel giorno di mercato. Presto si perviene, con alcuni saliscendi, alla chiesa di Pescina. Dalla chiesetta si ritorna sulla strada sterrata che scende fino ad un bivio situato presso il corso del torrente Carzola. Qui si prende ancora a Sn per seguire la sterrata (CAI 6) che conduce in breve a Paterno. Per continuare fino a Vaglia seguire l’asfalto fino al bivio con la trafficata SS 65 della Futa e girare a Sn fino ad arrivare all’abitato del capoluogo.