La luce azzurra, intermittente,
lacera la notte,
l'urlo della sirena è inerte,
il tempo s'è fermato.
Folla assiepata, muta,
lo sguardo fisso
verso i poveri resti
del tuo corpo violato.
Notte maledetta,
notte insonne e poi...
tante notti ancora.
Tutta la gente,
gli amici affranti,
il pubblico commosso,
dopo vent'anni
ora s'è dissolto.
Come un sogno al mattino,
dimenticato,
che più non torna,
se non nella mia mente
se non dentro il mio cuore.
Io ci sarò piccina
là dove s'è infranto il sogno,
io ci sarò tesoro
a ricordar com'eri.
Non ti curar degli altri
basta un piccolo dono,
quello che sempre porto,
tutte le notti,
per tanti anni...
il due di marzo
A Cesca 2 marzo 1989
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